venerdì 8 ottobre 2021

Francesco Biamonti poet der ligurischen Küste/ Francesco Biamonti poeta della costa ligure, di Michael Aichmayr

Questo interessante saggio bilingue trova la sua origine in un'approfondita intervista che l'autore fece a Biamonti nel 1997 e si concentra principalmente sui romanzi "Vento largo" e "Attesa sul mare", emblematici di temi e motivi dell'intera opera dello scrittore ligure. Nato nel 1928, bibliotecario alla Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia, Biamonti si consacrò alla letteratura solo dopo i cinquant'anni e fu subito notato da Italo Calvino. I romanzi di Biamonti, nota Aichmayr, nascono tra le gole e i terrazzi del Ponente ligure, a San Biagio della Cima, dove lo scrittore nacque e dove visse. Terra che è aspra e scoscesa, ma guarda verso mare e il suo infinito orizzonte, dunque terra aperta alla luce, alla meditazione, alla leggenda e al ricordo. Terra, anche, che aiuta a superare i confini e in qualche modo affratella i passeur e i profughi clandestini. L'autore a questo proposito nota che nella sua opera "Biamonti rimanda di nuovo all'utopia retrospettiva di una visione sul vecchio mondo. I rappresentanti di questo vecchio mondo sono i miti e i fragili" (p. 20).

Un intero capitolo è dedicato alla rappresentazione dello spazio e della luce nello scrittore ligure: la luce crea e plasma lo spazio, "apre la via alla trascendenza". E la luce (o la sua assenza) suggeriscono o dipingono sentimenti e moti dell'animo, così come il vento, altro elemento vivo e vivificante in Biamonti. E che dire del mare? Il mare è confine, nota Aichmayr, "ed espressione di molteplici passaggi: di luce e ombra, strettezza e ampiezza, presente e passato" (p. 34) e perfino tra vita terrena e trascendenza. Ma il mare è anche quel Mediterraneo che unisce i popoli, favorendo conoscenza e unione reciproche: il Mediterraneo dell'utopia più antica e più radicata. Importante è il capitolo dedicato all'influenza su Biamonti di Eugenio Montale, poeta ligure di straordinaria essenzialità e sagacia. Alla domanda se si senta vicino alla poesia di Montale risponde Biamonti stesso in un passaggio dell'intervista: "Sì, perché la lezione di Montale è una lezione di secchezza, di precisione, di lucidità, di parola corrosa dal salino, dal male e nello stesso tempo anche la lezione del male come legge severa, come la legge severa della vita" (p. 77).

Il libro, che si occupa anche dell'adattamento cinematografico di "Mare largo" ad opera del regista Ferdinando Vicentini Orgnani, è corredato da una suggestiva documentazione fotografica e da una bibliografia essenziale nonché dal testo completo dell'intervista effettuata dall'autore a Biamonti.

Michael Aichmayr, Francesco Biamonti poet der ligurischen Küste/ Francesco Biamonti poeta della costa ligure, Verlag Aichmayr 2013


Le parole e la notte, di Francesco Biamonti

L'entroterra ligure più occidentale, tra Ventimiglia e il confine francese, vive in questo romanzo di Biamonti. Non si tratta, infatti, di un territorio-sfondo posto a corredo della vicenda romanzesca, ma di un ambiente fondamentale, vivo, che respira con gli ulivi, volteggia con le nuvole, soffre con i sentieri scoscesi percossi dai passi dei viandanti, abitanti del posto, turisti, migranti che siano: sul confine si mescolano vite e memorie, così che la frontiera può diventare legame, invece che cesura. In questo paesaggio, in questo ambiente o, meglio, con questo paesaggio, con questa natura silente ed eloquente insieme gli esseri umani agiscono, si muovono, dialogano oppure condividono notti e silenzi, desideri e paure. Da Leonardo, il principale protagonista, riservato e solitario abitante di una vecchia casa tra gli ulivi, ad Alain, anziano professore francese, alla sua giovane moglie Veronique, enigmatica e sensuale. La trama non è un susseguirsi di eventi pressanti, ma piuttosto un percorso nel quotidiano, un quotidiano unico, fatto di abitudini antiche, di dialoghi semplici, di sentimenti profondi e tuttavia nascosti in un guscio di delicato riserbo, quasi di contemplazione e di reverenza nei confronti del passato, vita semplice dei paesani o evento storico che sia. La storia emerge con Corbières, ufficiale francese tornato nel paese conquistato nel '45, paese che ricorda come in un sogno di rose e di fiori, di profumi intensi alti sull'irrequieto mare lontano: fascino dei luoghi, folgore di speranza della giovinezza antica. Ma è storia anche il doloroso passaggio notturno dei migranti, curdi o africani, che vanno, in cerca di futuro ed esposti a violenze e pericoli, verso la Francia - quella Francia che è miraggio e simbolo di libertà, eguaglianza, fratellanza -. La trama del romanzo è dunque l'esistenza tutta con i suoi multiformi e variegati volti, dipinti con saggio lirismo, perché anche “un fiore di mandorlo ha dentro del nero, per questo fiorisce con pudore”.

Francesco Biamonti, Le parole e la notte, Einaudi 1998


venerdì 1 ottobre 2021

Nonni e gabbiani, di Eleonora Bellini


Con indulgenza i nonni

contemplano i giochi dei bambini,

perdonano spruzzi, strilli, soffi

di sabbia innalzata nella corsa.

Con tenerezza i nonni

perdonano i capricci dei bambini,

le fuggitive lacrime

di chi al vento non vide

cader che gli aquiloni. Traballano,

con unisono passo sulla sabbia

che scotta, nonni e nipotini. Battono

le ali - forse applaudono? -

nell'alto del cielo i bei gabbiani.