giovedì 27 gennaio 2022

16 ottobre 1943, di Giacomo Debenedetti

Giacomo Debenedetti, tra i maggiori critici letterari del Novecento, in questo piccolo libro definito da Natalia Ginzburg "breve e splendido" narra il vile e crudele inganno perpetrato da Kappler ai danni degli ebrei del Ghetto di Roma. Dopo la richiesta da parte dei nazisti di 50 kg. d'oro, che vennero consegnati in tempi brevissimi anche  grazie all'aiuto di alcuni "ariani", la comunità ebraica ritenne di essere al sicuro e non diede peso all'allarme che Celeste, una donna povera e bizzarra, portò loro, trafelata e inquieta, alla vigilia di quel tragico sabato. La mattina iniziò la retata che si concluse con la deportazione di oltre 1200 persone di ogni età. Pubblicata la prima volta nel 1945 l'opera continua a costituire per ogni lettore una rivelazione letteraria ed epica, una denuncia bruciante e sempre viva. Segue Otto ebrei un'altra cronaca dedicata alla deposizione del commissario Alianello che, sotto processo per reati fascisti, portò a sua discolpa il fatto di avere cancellato otto nomi di ebrei dalla lista di persone destinate alle Fosse Ardeatine. Questi ebrei gli devono la vita e perciò egli chiede clemenza. "Si tratta ancora e sempre d'una discriminazione di natura razzista. Gli ebrei chiedono invece l'assenza di ogni discriminazione. Chiedono il diritto di non avere speciali diritti" scrive Natalia Ginzburg (La Stampa, 14/2/1978) a questo proposito. Come non condividere il suo giudizio? Come non preservare ogni diversità in modo tale da considerarla come ricchezza del genere umano e non difetto da stigmatizzare?

Giacomo Debenedetti, 16 ottobre 1943, Sellerio 1993, con una prefazione di Alberto Moravia e postfazione di Natalia Ginzburg


 

domenica 23 gennaio 2022

Rigoni Stern, di Camilla Trainini e Chiara Raimondi

Si è recentemente concluso il centenario della nascita di Mario Rigoni Stern, nato ad Asiago il 1 novembre 1921. A poco più di vent'anni Mario, arruolatosi giovanissimo tra gli Alpini, viene inviato in Russia dapprima come istruttore di sci, poi in supporto alla Divisione Tridentina nei pressi di Stalingrado e infine, a piedi, verso l'Ucraina e poi al "caposaldo sul Don" teatro della sconfitta e del dramma dei soldati abbandonati a se stessi in una ritirata suicida. Dopo giorni e notti di marcia nella neve e nella bufera le truppe raggiungono Nikolaevka, località in cui un terzo dei militari perde la vita sotto i colpi del nemico. La campagna di Russia prima e poi il Lager in cui fu prigioniero dei nazisti avendo rifiutato di arruolarsi al loro fianco, segnarono profondamente la mente e il cuore di Mario Rigoni Stern, che ne scrisse ne Il sergente nella neve e in Ritorno sul Don. Il graphic novel di Chiara Raimondi e Camilla Traini prende inizio da un viaggio che lo scrittore effettuò nel 1971, insieme alla moglie, per ritornare nei luoghi in cui aveva combattuto e aveva visto morire amici e commilitoni. Il racconto alterna tavole dedicate al presente di un pellegrinaggio della memoria in un Paese ormai in pace ad altre ambientate nel doloroso periodo della guerra e della detenzione. Il messaggio di Rigoni Stern, qui fedelmente tramandato, è il riconoscimento del fatto che i nemici non sono diversi da noi e che la guerra è una barbarie che non deve ripetersi mai più, perché, da un lato e dall'altro della trincea, i soldati sono uguali per umanità e sentimenti. Afferma Mario: "Noi sognavamo le Terese e le Marie, il vino e i boschi, loro le Katiusce e le Maruske, la vodka e i campi di girasole. Eravamo tutti paesani, figli della stessa terra". In appendice al libro troviamo alcuni strumenti utili: una cronologia della vita di Rigoni Stern, la sua bibliografia, la biobibliografia delle autrici.

C. Trainini/ C. Raimondi, Rigoni Stern, Beccogiallo 2021

venerdì 21 gennaio 2022

Quando Hitler rubò il coniglio rosa, di Judith Kerr

Siamo a Berlino negli anni Trenta del Novecento. Max e Anna Kerr vivono in una grande casa con i genitori e la governante Heimpi. Il loro papà è un critico teatrale di grande successo e la vita familiare scorre agiata e tranquilla. La serenità dei Kerr, che sono ebrei, viene però profondamente turbata quando si annuncia la competizione elettorale nella quale i nazisti risulteranno vincitori. Quando il capo famiglia, socialista oltre che ebreo, viene avvertito da un suo lettore e ammiratore dei pericoli che lui stesso e la sua famiglia potranno correre se Hitler salirà al potere, i Kerr decidono di lasciare la Germania. Partiranno dapprima la mamma, Anna e Max e li seguirà poi il babbo. La loro destinazione è la Svizzera, Paese neutrale. Preparando la sua valigia Anna si trova dinanzi a un dilemma, serio per una bambina della sua età: porterà con sé il suo vecchio coniglio rosa oppure il cagnolino ricevuto in dono a Natale? La bimba sceglie il giocattolo più nuovo, confidando che che il coniglietto verrà poi spedito, insieme agli altri beni della famiglia, al nuovo indirizzo. Ma così non avviene, perché i beni di quell'agiata famiglia ebraica vengono sequestrati. Nella triste primavera tedesca del 1933 inizia dunque la vita da profuga di Anna, rifugiata prima in Svizzera, poi a Parigi e infine a Londra, dove il signor Kerr può finalmente riprendere la sua carriera di autore di successo.

Il libro, in gran parte autobiografico, pone particolare attenzione alle vicende della piccola Anna, alle sue amicizie, al suo impegno nello studio malgrado le difficoltà incontrate nelle scuole straniere e con la lingua francese, alla sua passione per la poesia e il disegno e alla sua incrollabile fiducia nel futuro: "... non mi è mai importato di essere una profuga. Anzi, mi è molto piaciuto. Penso che questi ultimi due anni da profughi sono stati più belli di quando eravamo in Germania" confessa la bambina ai genitori alla vigilia del trasferimento in Inghilterra. Quando Hitler rubò il coniglio rosa fu pubblicato nel Regno Unito nel 1971. La prima edizione italiana, arricchita dai disegni dell'autrice, è del 1976. Il libro, che ha conosciuto numerose edizioni ed è ancora in commercio, non ha perso nulla del suo smalto e della sua originaria freschezza, che lo rendono consigliabile a bambine e bambini a partire dai 10-11 anni, ma risulta di utile e piacevole lettura anche per adulti che non lo conoscessero ancora. 

lunedì 17 gennaio 2022

Non dire il tuo nome/ Don't say your name, di Eleonora Bellini e Maria Mariano

LA TRAMA: Giuseppe gioca sul balcone e ai giardini pubblici, è allegro e la sua vita scorre serena. Ma un brutto giorno delle leggi ingiuste lo costringono a fuggire insieme alla mamma, al papà e alla sorella Micol. Da quel momento Giuseppe non potrà più rivelare a nessuno il suo nome. Nell'Italia delle leggi razziali del 1938 la storia di un bambino e della sua famiglia, uguale a 10, 100, 1000 altre storie di bambini innocenti, è narrata attraverso lo sguardo e con le parole del piccolo protagonista. Integrano il testo alcune domande, quelle che i piccoli lettori di oggi più spesso rivolgono quando sentono parlare del periodo buio e crudele della persecuzione contro gli ebrei, insieme alle risposte che si possono dare loro. Le illustrazioni dialogano compiutamente con le parole e la storia è raccontata sia in italiano che in inglese.

L'ESPERIENZA: Giovedì 25 e venerdì 26 novembre 2021 ho incontrato a distanza le scolare e gli scolari delle classi IV D, E. F, G, H e III A, B, C della Scuola "Eugenio Montale" di Scampia nell'ambito del Festival Scampia Storytelling - ICWA. Prima dell'incontro i bambini avevano letto e discusso in classe il libro. La mia esperienza è stata, come sempre a Scampia, molto molto positiva: le bambine e i bambini si dimostrano sempre interessati, pongono domande spontanee, fanno proposte, prestano attenzione, spesso con molto acume, al testo e alle immagini, dimostrando un'ottima capacità di lettura di entrambi questi elementi. Al termine dell'ultimo collegamento ho avuto un colloquio, breve ed amichevole, con le insegnanti che, esprimendo la loro soddisfazione, hanno manifestato l'intenzione di continuare dialoghi e riflessioni in occasione della Giornata Della Memoria, sempre prendendo spunto da "Non dire il tuo nome/Don't say your name". I disegni delle alunne e degli alunni delle classi terze, disegni colorati, espressivi, appassionati, meritano di essere visti qui, anche se solo in questo modo virtuale, che, sicuramente, un poco li appanna. Il dialogo e il lavoro con le classi è sempre portatore di luce in giorni bui, in presenza o a distanza che sia (Eleonora Bellini).



Non dire il tuo nome/ Don't say your name di Eleonora Bellini e Maria Mariano. Traduzione in inglese di Royston Vince. Edizioni Il Ciliegio 2021.

giovedì 13 gennaio 2022

Fogli, rivista della Biblioteca Salita dei Frati di Lugano

La rivista dell'Associazione Biblioteca Salita dei Frati nacque nel 1981, soltanto un anno dopo l'apertura della biblioteca al pubblico. La rivista fu sin dall'inizio dedicata a segnalare e descrivere fondi e singole opere della biblioteca stessa, nonché notizie riguardanti altri istituti bibliotecari  e istituzioni culturali della Svizzera italiana.

Negli ultimi anni Fogli, che esce di regola una volta all'anno, ha ampliato la tipologia dei contributi ospitati che, pur conservando un carattere prevalentemente divulgativo, sono redatti seguendo criteri scientifici e sono spesso corredati da utili indicazioni bibliografiche. Importanti sono gli articoli di storia del libro. Ogni numero si compone di cinque sezioni: Contributi, brevi saggi su temi di storia del libro e dell’editoria; Rara et curiosa, notizie e descrizioni di rarità bibliografiche; In biblioteca, resoconti sull’attività culturale ed espositiva dell'Associazione; Cronaca sociale, riguardante l’attività generale e la situazione finanziaria dell'Associazione; Nuove accessioni,

Ecco l'indice del numero più recente (42/2021): Documenti Fernando Lepori - Alessandro Soldini, La vendita del Convento e della Biblioteca. Dai Cappuccini a una nuova Fondazione [p. 1] / Contributi Luca Montagner, La Biblioteca diocesana di Lugano. Primi passi di una storia tutta da scoprire [p. 3] / Giovanni Conti, Il Fondo Agustoni alla Biblioteca diocesana di Lugano [p. 18] / Giancarlo Reggi, Due mani, due antifrafi. Nuove osservazioni sul manoscritto di Cicerone, Ad familiares, della Biblioteca cantonale di Lugano e sui codici apparentati [p. 24] / Marco Sampietro, Un'edizione ticinese molto rara. L'Orazione di Antonio Isidoro Rusca stampata dagli Agnelli di Lugano nel 1796 [p. 54] / Per Giovanni Pozzi Saverio Snider, Nell'"osservatorio-rifugio svizzero" di Friburgo. Una lettera inedita di Gianfranco Contini e il clima intellettuale sulla Sarine negli anni Quaranta [p. 64] / Rara et curiosa Laura Luraschi, I Mirabilia urbis Romae. Un raro incunabolo nella Biblioteca della Madonna del Sasso [p. 73] / In biblioteca Luciana Pedroia, Il 2020 in biblioteca [p. 87] / Fernando Lepori, Il mistero del male nel mondo. Un seminario in memoria del teologo Sandro Vitalini [p. 97] / Alessandro Soldini, L'attività espositiva nel porticato della biblioteca [p. 101] / Cronaca sociale Relazione del Comitato [p. 105] / Conti [p. 109] / Nuove accessioni Pubblicazioni entrate in biblioteca nel 2020 [p. 112]



martedì 11 gennaio 2022

Cartevive, periodico dell'Archivio Prezzolini

Cartevive è la rivista dell'Archivio Prezzolini della Biblioteca Cantonale di Lugano. Fondata e curata da Diana Rüesch, pubblica informazioni sui fondi manoscritti conservati nell'archivio, che sono diversi e importanti. Si tratta non solo del Fondo Prezzolini, ma anche dei Fondi Flaiano, Ceronetti, Emanuelli, Picchi, Tomizza, Chiesa e Haller-Chiesa, Ortelli, Galli. La rivista ospita dunque contributi relativi alle nuove acquisizioni librarie e archivistiche, aggiornamenti sulle nuove edizioni, approfondimenti e studi sugli autori, trattazione di specifici argomenti di archivistica, letteratura, filologia, critica letteraria, storia, filosofia, musicologia prevalentemente del Novecento.

Il numero più recente, il 62 (anno XXXII, ottobre 2021) si occupa dei seguenti argomenti: mostra documentaria relativa ad Alessandro Spina e Marc de' Pasquali; un ricordo di Eros Bellinelli e del suo Pantarei; un articolo su Adriano Soldini; un ritratto di Federico Roncoroni; un saggio su Settimana nera di Emanuelli e un altro su Edmondo Solmi; un articolo che si occupa dei ritagli di stampa presenti nell'archivio di Eduardo De Filippo. Seguono notizie sulle nuove accessioni degli archivi, sugli studi in corso e un utile indice dei nomi.


Al link che segue si può leggere un'interessante intervista alla curatrice dell'archivio: Antonio Castronuovo intervista Diana Rüesch - Insula europea 

Una parziale digitalizzazione dei sommari e degli articoli si trova qui: Biblioteca cantonale di Lugano (ti.ch)