lunedì 7 marzo 2022

Crossroads, di Jonathan Franzen

La famiglia Hildebrandt è la protagonista di questo avvincente romanzo. Ne conosciamo i componenti ad uno ad uno, sia attraverso la narrazione legata al presente - il periodo che va dall'Avvento del 1971 fino alla Pasqua del 1972 - sia attraverso i diversi flashback, dedicati all'uno o all'altro dei protagonisti. Siamo a New Prospect, cittadina immaginaria ma estremamente verosimile se non veritiera, presso Chicago, in Michigan, dove il pastore Russ Hildebrandt è responsabile della chiesa locale "meno ricca", la First Reformed. Russ è sposato con Marion, donna intelligente, collaboratrice della sua attività pastorale e addirittura autrice dei suoi sermoni domenicali. Ma veniamo a sapere nel corso della narrazione che la donna, già bella e attraente, ora non ama più se stessa, è sfatta nel corpo, indecisa e rinunciataria nella mente, anche se continua ad essere estremamente dedita ai figli e al marito. C'è un peso che la schiaccia e la annienta: il passato di Marion nasconde un tremendo segreto, anzi due.

Russ e Marion hanno quattro figli: Clem, già al college; Becky, bella liceale di successo; Perry, intelligente, tormentato e borderline; il tenero Judson di appena nove anni. Al centro dell’attività pastorale giovanile della First Reformed è Crossroads, gruppo a cui aderiscono moltissimi adolescenti, guidati dal giovane pastore Ambrose, istrionico e ambiguo, in evidente contrasto con il pacato Russ, pacifista e umanitario, in difficoltà nel comunicare con i ragazzi di Crossroads così come con i propri figli. Quando Russ diviene oggetto di attenzioni da parte di una bella e giovane vedova, tormento e senso di colpa s'insinuano nei suoi giorni. Perfino l'esperienza nella riserva Navajo, che aveva illuminato la sua prima giovinezza aprendogli orizzonti di comprensione e di solidarietà nei confronti della loro cultura "altra" e che ogni anno ripropone come azione di aiuto e condivisione ai ragazzi della sua Chiesa, si trasforma in un'ulteriore, travagliante delusione.

In Crossroads Franzen tratteggia un grande, variegato affresco della provincia statunitense di quegli anni: religiosità, preghiera, opere caritatevoli, presenza (o assenza) di Dio sono costanti delle azioni e della visione del mondo dei protagonisti del romanzo. Ma non mancano, sul piano personale, il peso del conformismo e delle apparenze, i conflitti generazionali, le cadute. Così come non mancano, sul piano sociale, la tragedia della guerra del Viet Nam, l'emarginazione dei nativi americani, il consumo di droghe. Seicentoventinove sono le pagine di questo libro, che vale la pena di leggere.

Jonathan Franzen, Crossroads, Einaudi 2021, traduzione di Silvia Pareschi

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