mercoledì 23 febbraio 2022

Per Mario Lodi 2. A&B adulti e bambini che vogliono diventare amici

"Questo piccolo giornale nasce per dare la parola ai bambini, per conoscere chi sono, come vivono, cosa fanno per migliorare il mondo. È un giornale povero, senza colori e senza pubblicità, ma certamente i bambini e gli adulti che vi scriveranno lo faranno diventare ricco di idee, di fantasia, di fatti. Gli adulti impareranno dai bambini, come i bambini dagli adulti" scriveva Mario Lodi nel suo editoriale su A&B, Anno II n. I, gennaio 1985.


A&B uscì tra il 1983 e il 1988, ospitò contributi di scolare e scolari residenti in ogni regione d'Italia e anche all'estero, accanto ai contributi di adulti, insegnanti ma anche scrittori. I bambini, avendo a disposizione lo spazio, la libertà, l'attenzione e l'ascolto che meritavano allora e che meritano sempre, si dimostrarono capaci di inventare storie, di condividere scoperte, di raccontare la loro vita quotidiana, di riflettere sugli eventi e la storia del mondo. La grande esperienza derivata dal Movimento di Cooperazione Educativa (MCE), la redazione della Biblioteca del Lavoro, ideata dal maestro Lodi e pubblicata dall'editore fiorentino Manzuoli, insieme alla lezione di Rodari costituiscono il grande retroterra culturale e umano di A&B: storie, disegni, poesie, filastrocche, canzoni e musiche popolari, relazioni su esperimenti scientifici animavano il giornalino, che usciva una volta al mese. Fu uno strumento utile per gli scolari, ma anche per gli insegnanti, i genitori, i bibliotecari. 

Nel 2020, per documentare questa grande avventura di amicizia e cultura uscì il volume A&B La parola ai bambini. Storia e attualità di un giornale-progetto educativo ideato da Mario Lodi, a cura di Marianna Bufano, Tullia Colombo, Cosetta Lodi, Aldo Pallotti ed Enrico Platé (Ed. Casa delle Arti e del Gioco - Mario Lodi editore). Oltre a saggi e testimonianze di esperti, il libro raccoglie un'esemplare documentazione della capacità inventiva dei piccoli autori e autrici, confermando l'attualità indiscussa del progetto educativo del maestro Lodi.

lunedì 21 febbraio 2022

Dì la verità, ma dilla obliqua. Poesie scelte di Emily Dickinson

"Audacia della Beatitudine, disse Giacobbe all'Angelo - Non ti lascerò andare se non ti avrò benedetto - Pugile e Poeta, Giacobbe era nel giusto" così Emily Dickinson conclude una lettera a Thomas Wentworth Higginson scritta nella primavera 1886.

L'urgenza di Emily di dedicarsi alla poesia nacque forse anche come conseguenza del clima di fervore del secondo grande risveglio religioso che investì le Chiese protestanti degli Stati Uniti a metà Ottocento, ma non solo. Abbracciare la poesia, l'impellente esigenza di cesellare versi e parole fu per  Emily il modo di abbandonarsi al suo destino, una sorta di lotta con l'angelo/ parola, come sostiene Marisa Bulgheroni nelle note a Tutte le poesie (Mondadori, I Meridiani, 1994). Un'interpretazione capace di incuriosirci e di spronarci alla lettura, ma soprattutto di confermarci quanto la poesia della Dickinson sia un indiscusso classico della letteratura in lingua inglese e quanto sia ancora letta e amata.

Lo stato delle cose, dunque, motiva e giustifica la nuova edizione delle "poesie scelte" uscita nel novembre scorso presso Solfanelli editore con la traduzione di Mariagrazia Pelaia e a cura di Anna Enrichetta Soccio. Nel suo saggio introduttivo, Esprimere l'inesprimibile: Emily Dickinson e la poesia della modernità, quest'ultima conferma che la poesia di Emily mantiene oggi tutto il suo fascino "per quanto arduo sia entrare nel meccanismo di semiosi del testo poetico. Infatti, la complessità degli impulsi che ne sottendono la composizione non ne condiziona la fruibilità da parte del lettore del ventunesimo secolo".

Mariagrazia Pelaia, traduttrice freelance dal 1993, introducendo questa sua più recente fatica dichiara che "Ci si avvicina all'opera di Emily Dickinson come alla Sfinge. Rincorrendo il senso elusivo dei suoi piccoli labirinti lirici ci si perde. Ho cercato il più possibile di rimanere ancorata alla concretezza dell'originale, al suono, alle lunghezze [...] Ho rispettato il più possibile la punteggiatura, in particolare ho mantenuto sempre e comunque il trattino [...] A volte per mantenere la concisione dell'inglese sono ricorsa a prestiti lessicali dalla stessa lingua ormai entrati in uso".

Ecco due esempi del suo notevole lavoro:

[633]

When Bells stop ringing - Church - begins -
The Transitive - of Bells -
When Cogs - stop - that's Circumference -
The Ultimate - of Wheels -

- Tacciono le campane – la Messa – inizia -

Delle campane – questo il Servizio -

Ingranaggi – immobili – ecco Circonferenza -

Delle Ruote – l'Essenza.


[873]

Ribbons of the Year -
Multitude Brocade -
Worn to Nature's Party once

Then, as flung aside

As a faded Bead
Or a Wrinkled Pearl -
Who shall charge the Vanity
Of the Maker's Girl?


Nastri dell'Anno -

Nugoli di Broccati -

Visti a un Party della Natura -


Poi, messi da una parte

come Gemma sbiadita

o Perla Raggrinzita -

Chi può accusare di Vanità

la Bimba del Creatore?


Emily Dickinson, Dì la verità, ma dilla obliqua, a cura di Anna Enrichetta Soccio, traduzione di Mariagrazia Pelaia, Solfanelli 2021

Per Mario Lodi 1. Cambiare il mondo banale in luogo fantastico

Provincia italiana a metà degli anni Ottanta del Novecento. Una biblioteca da ri-costruire, lettori da coinvolgere, scuole da invitare in un luogo di lettura libera, come è la biblioteca dei bambini e ragazzi e delle bambine in primis, lettrici più assidue dei maschietti. Si doveva trovare una strada nuova, inedita, anche un po' spiazzante, come la poesia ("Meno ricerche, più poesia!") con la quale avevo familiarità da sempre. Nacquero i laboratori di poesia in biblioteca, liberi versi, libere rime o anche non-rime. Fu una manifestazione di gioia e creatività assolutamente gratuita che coinvolse una sessantina di classi con le loro insegnanti, sfociò in una mostra "I bambini e la poesia" e in alcuni incontri con veri maestri - Roberto Denti, Mario Lodi - che quel paesone di provincia poté incontrare, conoscere e sentir nominare, in qualche caso, per la prima volta. Ma non era poi male, quel mondo di allora che comunicava solo con telefonate (nel mio caso, dovevo alzarmi dalla scrivania dopo essere stata convocata per rispondere al telefono presente solo nell'ufficio dell'economa), lettere di carta, attese e preziose; tanto tempo per pensare, immaginare, fantasticare. Se ne accorsero, della mostra e dei laboratori, il sindaco e l'assessore alla cultura. Grazie a loro e al presidente del Consiglio del Sistema Bibliotecario (ne ricordo i nomi, in ordine: Piercarlo Fornara, Giacomo Bucciero, Ernesto Lomaglio) e dalla loro attenzione nacque il Quaderno n.4 dell'assessorato alla cultura del Comune, intitolato "I bambini e la poesia". Titolo azzeccato quant'altri mai perché tutte quella bambine e tutti quei bambini avevano fatto circolare in città la poesia come non era mai successo, proponendo i loro versi, gentili, nuovi, fiduciosi. Roberto Denti e Mario Lodi ci regalarono, pro bono, un loro testo, scritto proprio per noi, la nostra biblioteca, i nostri bambini, le nostre scuole, il nostro Quaderno.

"Per fare poesia, dice Garcia Lorca, - scrisse tra l'altro Lodi nel suo contributo che trovate per intero nella foto in calce - occorre la tranquillità di una famiglia o di una scuola che lascino all'individuo il senso ludico dell'imparare, del pensare, del ragionare, del riflettere su se stessi e il mondo..."

Mi piace riproporli ora, in occasione del centenario della nascita del maestro Lodi, al quale dedicherò poi altri post. Lo ricordo, in occasione delle sue conferenze in biblioteca: alto, attento un poco schivo, parco di parole che non fossero quelle importanti, quelle a favore della scuola e dei bambini. Ero allora in attesa della mia seconda figlia. Ero impacciata e intimidita quanto basta, ma non così tanto da non essere consapevole e felice come chi si sveglia dopo avere fatto un sogno e si accorge che quel sogno è vero, è reale. L'autore di libri letti e riletti (Il paese sbagliato, C'è speranza se questo accade al Vho) è lì, accanto a te, sta per parlare nella "tua" biblioteca e coinvolgerà certamente tanti altri nel tuo sogno. Erano ancora anni, quelli, in cui si poteva sperare e sognare.   







lunedì 14 febbraio 2022

Piano piano, lento lento, di Eleonora Bellini

Una musicale passeggiata in rima da fare giocosamente con i bambini, con lentezza e senza distrazioni, con sveltezza e senza affanno.

Andare “piano piano, lento lento” permette a loro e anche a noi di uscire dalla logica del fare per entrare nella dimensione del sentire e dell’assaporare, a fondo, ogni momento.

Trama: un bimbo segue il volo di un soffione nel cielo, mentre una bambina segue attenta il percorso terrestre di una formica; un altro bimbo si impegna per raccogliere lo spicchio di luna riflesso in una pozzanghera.

Punti di forza

1. La storia in rima si snoda come un’allegra passeggiata al ritmo delle parole; 2. I ritornelli che si ripetono, con piccole variazioni, dopo ogni strofa invogliano a leggere ad alta voce e perfino a cantare il testo oppure a drammatizzarlo, da soli o in compagnia. Tutto ciò è di stimolo all’empatia e alla collaborazione.

Il messaggio: è più bella la nostra giornata se sappiamo vedere (e ci fermiamo a guardare) ciò che ci circonda. Questo saper vedere, questa attenzione accrescono non solo la consapevolezza di quanto ci sta attorno, ma anche quella del nostro corpo, delle nostre emozioni e dei nostri pensieri.

Il commento di Pino Boero (I libri che ricevo Archivi - Pino Boero): "Una semplice filastrocca che accompagnata da vivaci illustrazioni comunica ai piccoli lettori (e agli adulti che la leggeranno ai bambini) il piacere della scoperta della lentezza; in un mondo frenetico come quello contemporaneo dire in rime affettuose che solo andando piano si possono fare bellissime scoperte risulta un’ottima lezione…"

La recensione di "Le letture di Adso": "Un libro da approcciare con il giusto atteggiamento per godersi dei bei momenti con i nostri bambini e per trasmettere loro l’amore per le cose semplici e naturali. Purtroppo capita invece troppo spesso che noi “grandi” ci facciamo travolgere dagli impegni e che non riusciamo a rispettare i ritmi giusti. La sfida maggiore sta proprio nel far avvicinare i bambini a questo libro in un clima sereno e rilassante. Ma vale la pena provarci!" (Piano piano lento lento – Le letture di Adso)

Il parere di Zebuk: "Una poesia lenta e delicata che fa scoprire le piccole meraviglie di cui siamo circondati e la lentezza e la serenità che dovrebbe accompagnare i nostri momenti di presenza e consapevolezza, per osservare il mondo intorno a noi." Recensione Piano piano lento lento, Eleonora Bellini - ZeBuk - Il blog per gli appassionati di lettura


Attenti, attenti,
chi va senza posa
non sente il profumo,
non vede la rosa

Eleonora Bellini, Piano piano, lento lento, con illustrazioni di Erika Visconti, Voglino Editrice-Didattica Attiva 2022


mercoledì 9 febbraio 2022

Il piccolo villaggio dei sopravvissuti, di Peter Duffy

Tuvia, Zus e Asael Bielski erano tre fratelli ebrei che nella Bielorussia occidentale riuscirono a sottrarre oltre un migliaio di ebrei allo sterminio e alla deportazione nazista. Dal 1941 fino al 1944 i fratelli Bielskj, sotto la guida di Tuvia, il maggiore tra loro, portarono in salvo nella fitta foresta (pušča) Nalibokskaja ebrei di ogni età e condizione sociale fuggiti dai ghetti e dai villaggi. Organizzarono rifugi sotterranei, riuscirono ad approvvigionarsi di cibo dai contadini e organizzarono addirittura un gruppo partigiano armato che combatteva in accordo con i partigiani sovietici. Nel villaggio nascosto, che fu definito la "Gerusalemme dei boschi", sarti, calzolai, falegnami, addetti al bestiame  contribuivano ai lavori comuni, mentre i partigiani presidiavano il luogo per individuare per tempo le incursioni naziste. Non mancavano al folto gruppo di scampati nemmeno un locale che fungesse da sinagoga, una scuola per i bambini e un medico. "E' difficile calcolare quante persone siano vive oggi grazie ai fratelli Bielskj. Molte delle milleduecento che lasciarono la pušča sono ormai morte. Ma i loro figli hanno avuto figli, che a loro volta hanno avuto altri figli. Migliaia di persone residenti negli Stati Uniti, in Israele, Gran Bretagna, Francia, Germania, Australia e Russia devono la loro esistenza alla decisione dei fratelli di dare rifugio a ogni ebreo che arrivasse all'accampamento nella foresta" conclude Duffy, scrittore e giornalista statunitense del quale questo è il primo libro.


Peter Duffy, Il piccolo villaggio dei sopravvissuti, Newton Compton 2014