Nel risvolto interno di copertina della raccolta Il sigaro di fuoco. Poesie per bambini, pubblicata a Milano nel 1945, si leggeva: «Alfonso Gatto vuole bene ai bambini: ancor più, egli si ricorda di sé bambino e dell’avventura sognata, prima che nei fatti, nei grandi stupori quotidiani. Tutti i bambini sono, o sono stati, come lui». Sempre dedicate ai bambini, uscirono nel 1963 e sempre nel capoluogo lombardo le poesie de Il vaporetto. Poesie-fiabe-rime-ballate per i bambini di ogni età. Il sottotitolo conferma che, per Gatto, l'infanzia non è una stagione conclusa e transeunte, ma è l'archetipo di ogni singola esistenza, lungo tutto il suo percorso di vita, nei suoi connotati più originali e profondi. La raccolta contiene nuove poesie non presenti nella precedente, un disco con la voce dell'autore e i disegni di Graziana Pentich.
Scrive il poeta nella presentazione: « ... il primo sapore della vita, la sorpresa di avere gli occhi e le mani, questo vedere pulito e luminoso il mondo delle nostre giornate, sono doni di verità che ogni uomo piccolo o grande, vecchio o bambino, porta con sé nella sua anima, se egli è veramente libero nella libertà di tutti e con tutti rinnova l'amore e il desiderio della vita».
La raccolta si divide in cinque sezioni: Il vaporetto, Le favole, Fanfare, Nomi e cose, Due ballate per i più grandi. L'edizione utilizzata per questo articolo (Ripostes 1994 con introduzione e cura di Francesco D'Episcopo) è dotata anche di un'appendice con dedica di cui si dirà più avanti. Il vaporetto salpa felicemente con le quindici poesie che compongono la sezione omonima, tra nuvole, mare, giochi in libertà, domande sulle cose del mondo, affetti, stelle, velieri, infinite rotte in terra, mare e cielo. Secondo quanto ho potuto constatare nella mia esperienza di laboratori poetici, la poesia tra queste più nota, più acuta e gratificante per i bambini, un vero specchio nel quale guardarsi, acquistare fiducia e allenarsi al disincanto, è "Ogni uomo è stato un bambino", che è bello rileggere ancora:
Ogni uomo è stato un bambino
- pensate - un bel bambino.
Ora ha i baffi, la barba, il naso rosso, si sgarba
per nulla… Ed era grazioso
come una nube nel cielo turchino.
Ogni
uomo è stato un monello
- pensate - un libero uccello
tra
alberi case colori.
Ora è solo un signore
fra
tanti signori,
e non vola,
non
bigia la scuola.
Sa tutto e si consola
con una vecchia
parola
“Io sono".
Chi è?
Ditelo
voi bambini ignari
che camminate con un sol piede sui binari,
e
scrivete “abbasso tutti
gli
uomini brutti”
col gesso e col carbone
sul muro del cantone.
Ditelo voi, bambini. Egli è…
“… un gallo chioccio che fa coccodè!”
"Le favole" ci propongono quattro lunghe poesie, quattro storie: quella di un'orfanella che contemplando il mare vi si perde; quella di un asino dalle grandi orecchie attente come quelle dei bambini; quelle del fanciullo Medoro e quella di Melampo bimbo di gomma. "Le fanfare" suonano per il girasole, la casetta, la sera italiana, il macchinista e i pompieri. "Nomi e cose" propone pensieri, riecheggia domande, gioca di fantasia, mentre le "Due ballate per i più grandi", suggestive, sorridenti e profonde, sono dedicate a Ollio e Charlot. E, infine, l'appendice. Si tratta di due pagine, la 99 e la 101 della presente edizione, tratte da Il sigaro di fuoco, e inizialmente tolte dall'edizione del 1963. Nella prima si legge una dedica di Gatto, datata "Milano, Inverno 1944-1945": "A tutti i bambini poveri che imparano a vivere da soli e dormono a notte nel ventre di un grande cavallo immaginario che un giorno volerà, a questi bambini senza tosse e senza sciroppi, ricchi ogni desiderio, pieni d'occhi, dedico "Il sigaro di fuoco" e l'arcobaleno della libertà". Nella seconda pagina leggiamo la poesia omonima: "Nel mondo l'uomo che guarda il lavoro/ degli altri e tutto dice e nulla sa/ in piedi con la sua catena d'oro...// Nel mondo l'uomo che guarda il lavoro/ degli altri e tutto chiede e nulla dà,/ in piedi con un sigaro di fuoco...// Ma tu bambino sai anche per poco/ com'è contento un operaio, avrà/ dentro le mani il filo del suo gioco,/ la dolce lena dei volani, il canto...//". E qui troviamo la storia, gli ideali e le speranze di un'epoca - al Nord ancora di guerra - in brevi, essenziali versi.
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| A. Gatto, Il vaporetto, Ripostes 1994 |

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