Musa al Sadr, Imam sciita, si impegnò per tutta la vita per favorire la convivenza e la tolleranza all'interno dell'Islam e anche nel dialogo con le altre religioni. Nel 1963 partecipò alla proclamazione di Papa Paolo VI e fu il solo dignitario musulmano ad essere ufficialmente invitato alla cerimonia. Erano, quelli, gli anni del Concilio Ecumenico Vaticano II, che ebbe anche su di lui un’importante influenza. Sostenitore del dialogo interreligioso, concluse un sermone alla Chiesa dei Cappuccini a Beirut il 18 febbraio 1975 con la seguente dichiarazione: “O uomini e donne credenti, troviamo un punto d’incontro negli esseri umani, in ogni essere umano. Ognuno deve essere, infatti, oggetto delle nostre parole e della nostra azione: quelli di Beirut, quelli del Sud, quelli del Hermel, quelli dell’Akkar e quelli delle periferie della stessa capitale, da Karantina a Hayy El Sullum. Nessuno è al di fuori di questa occasione né messo da parte né classificato. Difendiamo, perciò, gli esseri umani del Libano affinché possiamo difendere questo Paese, il Paese dell’essere umano, pegno della storia e pegno di Dio”.
Musa al Sadr, nato in Iran nel 1928 e misteriosamente scomparso in Libia (ma i libici sostennero per lungo tempo che fosse scomparso a Roma) nel 1978 è il protagonista di questo appassionante romanzo che intreccia fatti storici e finzione letteraria, facendo emergere uno dei casi più misteriosi del Novecento - tanto da essere definito "il caso Moro d'Oriente"- avvenuto nello stesso periodo in cui in Italia vi furono il sequestro e l'assassinio di Aldo Moro. È il capitano dei servizi segreti italiani Roberto Stancanelli, personaggio di fantasia, a indagare sul caso che, fin dall'inizio, gli appare complicato e costellato da reticenze e depistaggi. Convintosi del fatto che l'Imam in Italia non è mai arrivato, nonostante le autorità libiche vogliano convincerlo del contrario, Stancanelli non ha prove chiare e concrete di cui farsi forte. Anche per questo il caso viene presto archiviato, ma il capitano non è persuaso e continua a ripensare al mistero della scomparsa di Musa al Sadr: chi avrebbe potuto desiderare che un uomo che per tutta la vita aveva predicato la pacifica convivenza tra popoli e religioni differenti fosse cancellato dalla faccia della terra? Troverà la risposta solo vent'anni dopo. Ma non sarà invano.
Enzo Amendola, nato a Napoli nel 1973, è stato Sottosegretario agli esteri e successivamente Ministro per gli Affari Europei. È deputato della Repubblica.

Enzo Amendola, L'Imam deve morire, Mondadori 2025 
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