martedì 15 gennaio 2019

Il quaderno rosso, di Michel Bussi

Port-de-Bouc
Leyli, giovane donna originaria del Mali vive a Port-de-Bouc, vicino a Marsiglia, in un appartamento minuscolo. Il suo viaggio dal Mali verso l'Europa è stato tremendo e sconvolgente, irto di difficoltà e di violenza. Infine la donna è riuscita a raggiungere la Francia, a trovare lavoro, dapprima precario e poi a tempo pieno. Ora finalmente ha le carte in regola per richiedere all'assistenza sociale una casa più grande, nella quale i suoi tre figli possano trovare tutto lo spazio necessario, condividendo l'amore di una madre coraggiosa e guardando al futuro con fiducia. 
"Tre anni a sopportare umiliazioni, battute di caccia al clandestino, fregature, ricatti, schiavitù, ma tenevo duro perché mese dopo mese accumulavo semestri. Accettavo perfino di lavorare gratis pur di avere il pezzo di carta. Alla fine ho capito che era questo il motivo per cui lo Stato ci lasciava in pace: noi invisibili paghiamo le tasse, consumiamo, ci pieghiamo a tutti doveri come gli altri cittadini e non pretendiamo il minimo diritto", afferma la donna.
Tuttavia Leyla nasconde un segreto, pesante e da tenere ben nascosto, come fosse un tesoro. Un segreto che le pare quasi come un'assicurazione, una garanzia per il futuro della famiglia.
Nel romanzo non manca la tensione tipica del giallo, ma occupa un posto importante e non secondario la riflessione sul tema dei migranti, del loro percorso per raggiungere l'Europa, dello sfruttamento a cui sono sottoposti, particolarmente le donne, delle frontiere oltrepassate, ciascuna incastonata in modo indelebile nella memoria, tappa precaria, ma anche granello in più infilato nel rosario delle speranze.
I guadagni illeciti sulla pelle dei migranti, le ambiguità perfino da parte di alcuni funzionari e preposti all'accoglienza, i drammi dei richiedenti asilo che sono obbligati a “girare in tondo all’infinito, sportello A, sportello B, sportello C, uffici per gli alloggi popolari, comune, prefettura, ufficio immigrazione e integrazione, ognuno aggrappato ai propri moduli, ottenebrato dalle caselle da riempire”, vengono narrate senza mezzi termini e assurgono spesso alla forza della denuncia politica.
Bussi, scrittore francese di gialli attualmente più venduto oltralpe e secondo più letto in Francia, preferisce definire questo suo libro non thriller, ma romanzo umanista, che si occupa di eroi ordinari i quali si trovano in luoghi ordinari, ma in situazioni straordinarie.
Libro in cui i colpi di scena si susseguono a ritmo incalzante e in cui la verità dei fatti si chiarisce progressivamente, ma in modo sempre nuovo e inatteso, Il quaderno rosso appassiona il lettore in ogni sua pagina e , fatto non secondario, lo induce a riflettere.

M. Bussi, Il quaderno rosso, Edizioni E/O 2018, traduzione di Alberto Bracci Testasecca


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