Nella prefazione alla seconda edizione (1977) Lanternari spiega: "Nelle più varie società ed epoche storiche, specie in corrispondenza con momenti di intenso travaglio sociale, economico, culturale, psicologico, prodotto da fattori perturbanti di origine interna o esterna, sorsero e pur oggi sorgono movimenti social-religiosi nei quali i rispettivi gruppi sociali o etnici esprimono il loro malessere, la loro insoddisfazione per il presente e l'ansia di rinnovamento. In questi movimenti essi proiettano la speranza e l'attesa di una pronta e radicale trasformazione delle condizioni generali di esistenza, sia fisiche che sociali e psicologiche".
Questi i titoli dei capitoli del libro: Movimenti religiosi nativisti dell'Africa; il Peiotismo; Movimenti profetici americani; Movimenti profetici melanesiani; Movimenti profetici polinesiani; Movimenti profetici dell'Indonesia e dell'Asia.
Il metodo seguito da Lantemari nella ricerca si basa da un lato sul metodo storico come inteso da Benedetto Croce, dall'altro sulle considerazioni e gli studi inerenti le culture e le religioni popolari di Antonio Gramsci ed Ernesto De Martino e ancora, infine, sullo studio della religione nella condizione coloniale dell'antropologo e sociologo francese Georges Balandier.
Valerio Petrarca in un suo saggio così ben sintetizza: "Se è vero che la maggior parte delle pagine di Lanternari è dedicata ai movimenti religiosi d’interesse etnologico connessi con il colonialismo di età contemporanea, è anche vero che le comparazioni si muovono con riferimenti concepiti su scala mondiale, lungo una cronologia che va dal profetismo ebraico, alla diffusione del cristianesimo nell’Occidente romano, fino agli esiti del missionarismo cristiano nelle colonizzazioni di età moderna. La tastiera di corrispondenze che permette di comparare morfologie religiose così diverse e situazioni storiche così distanti, dal punto di vista cronologico e geografico, si serve di due nozioni tra loro articolate. Esse non sono rese esplicite da Lanternari, ma sono distinguibili nelle sue pagine. Si tratta della nozione che fa capo a Gramsci (il folklore magico-religioso come filosofia implicita delle classi subalterne) e quella che fa capo a Geoges Balandier (la «situazione coloniale»)".
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