Un piccolo treno corre sui binari. È felice perché sta portando giocattoli di ogni tipo, insieme a tante cose buone da mangiare, ai bambini che abitano dall'altra parte della montagna. Ma la strada è impervia e difficile, il treno è esausto e le sue ruote non girano più. Chiede aiuto allora a una locomotiva nuova e scintillante, poi a una Grande Locomotiva, e infine a una vecchia e stanca locomotiva, ma nessuna di loro può o vuole venire in soccorso del piccolo treno in panne e dei suoi passeggeri. Finalmente ecco arrivare la piccola locomotiva blu, che sbuffa allegramente, che parla con gentilezza. Sarà lei che, convinta di potercela fare, condurrà il convoglio, sano e salvo, al di là del monte e renderà felici i bambini che vi risiedono.
La storia della piccola locomotiva viene da lontano e circola, in diverse versioni, da più di cento anni. La più nota e diffusa in forma di libro fu scritta e pubblicata nel 1930 negli Stati Uniti d'America da Watty Piper, pseudonimo di Arnold Munk, proprietario della casa editrice Platt & Munk. Da allora il racconto di Piper ha percorso molta strada, arrivando fino a noi con immutata freschezza.
L'albo, impreziosito dalle vivaci illustrazioni d'epoca dai colori brillanti di George & Doris Hauman, è inserito nella Collana Letture resilienti diretta da Patrizia Garista ed Elena Zizioli e si propone, oltre la piacevolezza della storia e delle immagini, di coltivare proprio la resilienza, processo che permette di non arrendersi, di cercare soluzioni alternative, magari anche grazie a positivi compagni di viaggio, com'è, appunto, la piccola locomotiva blu.
Watty Piper, La piccola locomotiva che pensava di potercela fare, Editoriale Anicia 2022, traduzione di Patrizia Garista ed Elena Zizioli
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