mercoledì 11 ottobre 2023

Vado a Shanghai per comprarmi un cappello, di Bamboo Hirst

Bamboo Hirst, nata a Shanghai da madre cinese e padre italiano, racconta in questo articolato saggio i mille volti di una città mitica e multiforme, dalla metà dell'Ottocento fino alla rivoluzione del 1949: "Shanghai era il simbolo e il risultato di tutta un'epoca. La città più ibrida del mondo, era il grande emporio dei traffici internazionali, delle grosse banche e compagnie di navigazione; un centro di smistamento e di speculazione, di magazzinaggio e di vendita".

Bamboo, che visse a Shanghai fino al 1953, guida i lettori attraverso la storia e la geografia della "Parigi d'Oriente". A cominciare dalle Concessioni, zone controllate dagli stranieri, sotto la giurisdizione del loro console e sottratte alle leggi locali. Le principali Concessioni erano quella francese e quella internazionale, comprendente inglesi, americani e giapponesi. La zona francese ospitò anche cospicui gruppi di russi bianchi dopo la rivoluzione d'ottobre e divenne rifugio dei cospiratori: Mao Zedong, Zhou Enlai, Sun Yat-sen vi soggiornarono. Un polveroso viale congiungeva la concessione francese alla città cinese, la parte più antica di Shanghai, risalente addirittura all'anno 1010. Qui, a partire dal diciassettesimo secolo si installarrono i missionari cattolici, che costruirono chiese e si dedicarono all'assistenza pubblica, costruendo scuole e ambulatori. Accanto alle virtù più devote, la città ospitava tutte le sfumature del vizio, anzi dei vizi, dalle fumerie d'oppio alle case di prostituzione, eleganti e lussuose o modeste e povere che fossero, a seconda della clientela attesa.

Shanghai "la grande città europea, incastonata nella Cina millenaria come in corpo estraneo e inassimilabile", dopo l'occupazione giapponese e la Rivoluzione maoista poi, conobbe profondi cambiamenti, anche se, come scrisse Enrico Emanuelli ne La Cina è vicina "in nessun altro luogo della Cina è possibile vedere aspetti di vita orientale e occidentale così strettamente legati e notare come la nuova vita cinese si sovrapponga a quella di un tempo". Oggi, dopo un'intensa attività di costruzione di palazzi e infrastutture d'ogni genere, Shanghai è una metropoli con due profili: quello del duemila, al di là del fiume e quello dei vecchi quartieri ottocenteschi. Tra l'uno e l'altro vivono e si muovono venti milioni di abitanti.

Il titolo del libro è tratto da due battute di un dialogo tra Warner Oland e Marlene Dietrich in Shanghai Express:

"Cosa va a fare a Shanghai?"

"Vado a comprarmi un cappello".



Bamboo Hirst, Vado a Shanghai per comprarmi un cappello, Piemme 2008.

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