venerdì 12 novembre 2021

Stanze d'inverno e altre poesie, di Eleonora Bellini

Raccolta di poesie con nota di lettura di Alfredo Luzi. In copertina riproduzione di un monotipo di Ario (Ariodante Marianni), 1964. L’attualità culturale e sociale dell’intera raccolta risiede, a mio parere, anche nella consapevolezza ecologica che Eleonora Bellini esprime assumendo una prospettiva sistemica di luogo e di ambiente, nel suo dare ospitalità testuale al paesaggio e alla natura e nel dare voce alle creature non umane. La sua poesia è abitata da talpe, lumache, gazze, pavoni, locuste, formiche, e lo spazio è definito dal pesco, dal ciliegio, dall’ortensia, dalla rosa, dal prato. In La finestra aperta è, ad esempio, la vista di una coccinella a spingere la figura femminile a riflettere su “quanto bene gli insetti / conoscano i misteri della vita”, mentre in I lupi l’autrice, parlando del ritorno dell’animale selvaggio in alcune zone del Piemonte, svolge le sue considerazioni sul rischio dell’inquinamento prodotto dai contemporanei convinti, a torto, che “tutto va bene / per gli umani, tutto / tranne i lupi” (Alfredo Luzi)

Il suo libro è di una rara profondità e eleganza e risospinge indietro, a stagioni che appaiono nel gioco della memoria sempre più struggenti. Ma è un libro, anche, capace di stabilire con il presente un rapporto radente fino alla crudeltà. Non viviamo tempi allegri, ma questi ci sono toccati (Franco Contorbia)

Composta di due parti e di otto sezioni, la raccolta si snoda tra testi brevi e testi narrativi di varia lunghezza, tra versi fulminanti di verità e dialoghi tenuti sul registro di un’ironia (sulle cause e sulle conseguenze di un atto-evento) imperdonando il nonsenso dell’ovvietà, tra il muro del definitivo non scalabile e il tentativo reiterato di trovare crepe (Maria Lenti)

Il linguaggio è, come sempre, di una coloritura, di una leggerezza, di una immaginazione creatrice, che non perdono mai il dialogo infinito con le radici della realtà in cui viviamo. Sono poesie nelle quali si rispecchiano le penombre di poeti che lei molto ama: si leggono e si rileggono senza fine. La cascata creatrice delle parole che rimandano anche  alle esperienze quotidiane, che si rinnovano ogni giorno, rendono questo libro ancora più entusiasmante (Eugenio Borgna)

L’amore per la poesia non Le viene meno, e La ritrovo fra gli alberi e gli insetti del Ticino, anzi, se non erro, in autoritratti camuffati come “Quattro chiacchiere da ballatoio senza ballatoio” (Carlo Carena)

Il libro mi ha molto colpito, in particolare nella successione dell'Avvento, ma tutto in generale (Paolo Ruffilli)

Eleggendo l'inverno a luogo privilegiato di osservazione e di contemplazione, grazie a queste "stanze", Eleonora Bellini ci offre una raccolta ricca ed eterogenea in cui si trattano i grandi temi dell'esistenza: il significato del tempo e della vita, il rapporto fra uomo e natura, l'eredità insopprimibile dell'infanzia in ogni uomo e donna, il bisogno di ricostruire un rapporto con l'altro e il senso di comunità (Fabrizio Bregoli) 

Alcune recensioni on line:

Anna Maria Curci su Poeti del Parco Poeti del parco

Gualberto Alvino su Treccani

Alessandro Fo in Voci di scrittori del nostro tempo 

Antonio Spagnuolo su Poetrydream

Emilio Capaccio su Limina Mundi - Per l'alto mare aperto

E su questo blog la lettura di Giannino Piana: LE LETTURE DI DON CHISCIOTTE: "Un carattere decisamente militante". Giannino Piana recensisce "Stanze d'inverno" di Eleonora Bellini




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