Carlo Carena non è mai stato presidente della Fondazione Marazza di Borgomanero, come erroneamente apparso in una breve intervista al direttore Cerutti su LA STAMPA (p. 45, Cronache novaresi, 23 novembre 2023, foto in calce), ma il suo contributo di idee, consigli, progetti, amicizia è stato costante dagli anni Ottanta del Novecento fino al secondo decennio del nuovo secolo, già prima dunque di essere nominato Consigliere di Amministrazione per oltre un decennio, grazie a una felice intuizione della Giunta presieduta dal Sindaco Pier Luigi Pastore.
Mi propongo qui di offrire una sintesi, per forza di cose veloce e forse un po' arida, di tanti anni, fecondi di iniziative uniche e originali volte a far conoscere le opere della biblioteca, dalle antiche alle contemporanee, iniziative per le quali il contributo di Carena fu fondamentale e prezioso.
La nascita e poi la crescita del Premio di Poesia e Traduzione Poetica "Achille Marazza" fu, a mia memoria, la prima tra queste. Il premio per qualche tempo, intorno alla metà degli anni Ottanta, fu dedicato alla sola poesia inedita. Si arricchì poi, per impulso di Carena, di una sezione dedicata alla poesia edita e infine assunse la formula che lo contraddistinse per vent'anni divenendo quel Premio di Poesia e Traduzione Poetica che, attraverso una formula unica in Italia, portò a Borgomanero, nella sede della Fondazione, le eccellenze italiane della poesia e della traduzione di poesia: aria fresca, nuova e salubre in un contesto di provincia-paese sempre a rischio di chiudersi. Anche la composizione della giuria di quegli anni (Giorgio Calcagno -poi Lorenzo Mondo-, Ernesto Ferrero, Roberto Fertonani -poi Giorgio Cusatelli-, Sergio Pautasso-poi Franco Contorbia-) si deve a Carena.
L'edizione del Catalogo a stampa delle Cinquecentine del Fondo Molli (in tre volumi 1991, 1994, 1997, corrispondenti rispettivamente alle edizioni italiane, veneziane e straniere; supervisore della catalogazione Ivanoe Riboli direttore della biblioteca Trivulziana) fu un'altra impresa fermamente sostenuta dalle volontà riunite di Carena e di Virginia Carini Dainotti, consigliera della Fondazione Marazza e pioniera della moderna biblioteconomia in Italia.
È grazie, ancora, a Carlo Carena e a Sandro Sinigaglia che Gianfranco Contini nel 1987, dopo essersi trasferito definitivamente da Firenze a Domodossola, sua città natale, scelse la Fondazione Marazza quale destinataria di circa millecinquecento volumi di letteratura italiana, appartenenti alla sua biblioteca privata e molti dei quali dedicati.
Fondamentale fu il contributo di Carena all'ideazione dell'Incontro Manzoniano del 1986 e alla mostra che lo accompagnò. Ne rimane un opuscolo, stampato nell'anno seguente, con le trascrizioni degli interventi al Convegno, un cenno ai contenuti della mostra e alcune immagini. Nella sua relazione Carena si sofferma a lungo sui legami di Manzoni e Rosmini con Borgomanero, attraverso Giovan Battista Pagani, legami la conoscenza dei quali era sino ad allora inedita. Il testo del suo intervento si legge qui LE LETTURE DI DON CHISCIOTTE: Scaffale locale 12: Legami tra la famiglia Bonola - Marazza e Alessandro Manzoni, di Carlo Carena
Un altro convegno di significativo spessore fu quello intitolato "La magia e il diavolo" (1987), sempre legato alla valorizzazione e alla conoscenza del patrimonio librario della Fondazione. Parlò, Carena, di Ludovico Maria Sinistrari, inquisitore originario di Ameno (NO) le cui opere sono in parte presenti nel Fondo Molli. Mentre Attilio Agnoletto, Giannino Piana, Roberto Leydi si soffermarono su altri aspetti del sacro e del magico. Anche di questa giornata resto un opuscolo con le relazioni presentate al convegno e alcune immagini di volumi a tema conservati nella Fondazione.
Da Sinistrari a Rodari, con "Laboratorio per Rodari" (1991), altro Convegno con mostra di cui rimane l'opuscolo, contenente scritti di Eros Bellinelli, Roberto Leydi, di Carena stesso, insieme a bozzetti di Mauro Maulini per il Teatro delle marionette dei fratelli Colla di Milano.
E, infine, il dialetto di Borgomanero, che stava a cuore, sulle orme di Achille Marazza, a Virginia Carini Dainotti e al presidente Antonio Bellone. Carena collaborò volentieri con loro, offrendo contatti con l'Atlante linguistico italiano di Torino e con Alfonso Sella di Biella che stava elaborando un dizionario del dialetto biellese, affinché la raccolta dei dati, le registrazioni e le trascrizioni avvenissero all'insegna del più accurato rigore scientifico. Purtroppo, quanto a raccolta, non se ne fece nulla, perché non si trovarono né docenti, né studenti disponibili a registrare le voci dei parlanti in un dialetto "non contaminato". Erano la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. Rimasero disponibili alcune trascrizioni ed articoli nonché altro materiale minore, poi ordinato in un piccolo fondo archivistico. Una nota di Carena sul dialetto di Borgomanero si legge nella raccolta di Poesie "Nuauci" di Giovanni Pennaglia (1978).
Questi i momenti principali della presenza di Carlo Carena, maestro prezioso, alla Fondazione Marazza, in anni di notevole crescita e di eccezionale lavoro culturale.
(Eleonora Bellini)
Verbanus n. 36/2015 |
La Stampa, 23 novembre 2023 |
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