lunedì 22 maggio 2023

Alessandro Manzoni in una biblioteca privata fra Ottocento e Novecento

Ricorre in questo 2023 il centocinquantesimo anniversario della morte di Alessandro Manzoni, avvenuta a Milano il 22 maggio 1873. La fama, e soprattutto il mito di Manzoni, nonché la diffusione della conoscenza del suo romanzo - la "cantafavola" come egli stesso ebbe a definirla - tra persone di ogni età e di ogni ceto, è ispiratrice di questo breve articolo (parte di un più approfondito contributo destinato a essere pubblicato in rivista) dedicato al posto occupato dal gran lombardo in una biblioteca di famiglia rappresentativa della società dell'epoca.

Nella biblioteca Bonola-Marazza il settore dedicato a Manzoni costitusce la testimonianza di una passione e di una fede nelle "magnifiche sorti e progressive1" del nostro Paese, passione che si concretizza nei libri, consultati, studiati e spesso annotati, fra la seconda metà dell'Ottocento e gli anni Sessanta del Novecento, da Giulio Bonola, Delia e Maria Bonola, Achille Marazza2.

Si tratta di alcune centinaia di volumi, pubblicati tra il 1825 e il 1967, comprendenti sia edizioni delle opere di Manzoni che testi di critica, sia biografie dello scrittore e dei suoi familiari che libri di imitatori3. Il corpus nel suo insieme delinea un ritratto di Manzoni a tutto tondo, tra bibliografia e utopia, tra bibliofilia e lettura personale.

Questo articolo si propone di dare un cenno su come, attraverso una biblioteca privata, si possano delineare proposte di lettura per tutti, rese ancor più interessanti e preziose non solo per il loro contenuto, ma anche per il loro valore bibliografico e antiquario. Innanzitutto le biografie, tra le quali spiccano quella di Cesare Angelini (Torino, 1942) che ripercorre la vita dello scrittore inserendola nel contesto culturale sia italiano che francese in cui egli si era formato. E ancora l'interessante biografia scritta da Paolo Arcari (Milano, 1939), docente e poi rettore all'Università di Friburgo, che ne delinea la personalità in quattro illuminanti capitoli: L'italiano, Il letterato, Il cattolico, Manzoni.

Ci attraggono poi i Commenti letterari di Riccardo Bacchelli, che uniscono in un solo volume Leopardi e Manzoni (Milano, 1960). In quest'opera il capitolo centrale sfida la vulgata corrente e costruisce un punto di incontro tra i due scrittori, punto che individua nella loro infanzia e prima giovinezza perché, nota Bacchelli, "erano scolari e ragazzi ambedue, il lombardo collegiale e il marchigiano studioso d'erudizione nella libreria paterna, quand'ebbero esperienza della filosofia dei lumi e del razionalismo settecentesco liberale e libertino e libertario". Un'osservazione, questa, che, tra l'altro, pone i due grandi pienamente all'interno della cultura europea.

La dimensione europea non solo di Alessandro, ma anche della sua famiglia, ci appare chiara e aperta in Giulia Manzoni Beccaria di Guido Bezzola (Milano, 1985). L'autore descrive come Giulia, dotata di intelligenza acuta e di incomparabile verve, fu protagonista dei salotti milanesi e di quelli parigini in un'epoca complessa, ricca di promesse, tra illuminismo e nascita degli ideali di indipendenza nazionale.

Cesare Cantù nelle sue Reminiscenze (1882) descrive Manzoni non solo come contemporaneo, ma come consueta, vicina presenza, raccontandone i familiari, gli amici e i conoscenti, il carattere, l'ideale politico dalla giovinezza fino alla vecchiaia. Mentre nei Ragionamenti sulla storia lombarda del secolo XVII per commento ai promessi Sposi (1833) Cantù si propone di "spargere luce su quel momento della storia nostra, su quella lacuna dell'italico incivilimento", quel Seicento grondante guerre, invasioni, epidemie e sangue, che I promessi sposi fanno rivivere e di cui La storia della colonna infame svela i lati ingiusti e crudeli.

Un cenno, infine, alla biografia in lingua inglese4 di Archibald Colquhoun, che esordisce citando le impressioni di Byron, il quale, a Milano nell'ottobre 1816, ebbe a notare: "Milano è impressionante, il duomo superbo. La città mi ricorda Siviglia, ma è un po' inferiore". Al biografo interessa ciò che nella vita di Manzoni fu più strettamente legato alla storia del capoluogo lombardo e delle personalità che lo resero illustre, da Cesare Beccaria a Pietro Verri, da Il Caffé a Giuseppe Parini. Personalità in cui l'autore individua il background culturale e la matura visione del mondo di Alessandro.

Oltre cento volumi conta il settore del fondo dedicato alle opere di Manzoni, tra cui spiccano cinquantadue edizioni de I Promessi Sposi, dai tre tomi stampati a Milano presso Vincenzo Ferrario nel 1825-1826 (così si legge sul frontespizio, ma in realtà uscirono tra il 1925 e il 1827) fino a I promessi sposi e Storia della colonna infame uscito nel 1965 per la Nuova Editrice Internazionale. Edizione a tiratura limitata, quest'ultima, diretta e curata da Ernesto Gerbi, Claudio Cesare Secchi e Gianluigi Lodetti, che riproduce, legatura di pregio compresa, "l'esemplare del romanzo che il Manzoni donò al conte Marcellino De Fresne5 di Parigi, copia che è oggi cimelio e proprietà del Centro Nazionale Studi Manzoniani".

Confermano il potenziale coinvolgente dei Promessi Sposi, anche per il lettore che insegue soltanto vicende e trama del libro ed è estraneo all'esercizio della critica e della filologia, una serie di materiali "umili" presenti nella raccolta: il fotoromanzo "dal grande capolavoro di Alessandro Manzoni" pubblicato nel 1953 da Mondadori negli Albi di Bolero Film; le cartoline dei luoghi manzoniani; i francobolli emessi nel 1923 per il cinquantenario della morte dello scrittore; i canovacci per le filodrammatiche; le pubblicazioni a dispense; lo spartito de I Promessi Sposi Melodramma in 4 parti. Musica di Amilcare Ponchielli.

Insomma, "la vicenda degli innamorati divisi, la presenza di personaggi affascinanti perché fortemente caratterizzati nel bene o nel male ed il profilarsi di grandi affreschi storici, non a spiegare, ma almeno a calare il dolore dei singoli dentro e vicino ai grandi fatti di un'epoca con pari dignità di memoria, tutto questo ha fatto de I promessi sposi un romanzo profondamente popolare6".


Note

1Leopardi, La ginestra, 1845, v. 51.

2Giulio Bonola Lorella Giulio (Luino 1865 - Borgomanero 1939). Frequentò il liceo classico del Collegio rosminiano di Domodossola. Si laureò in Giurisprudenza a Roma nel 1889. Sempre a Roma esercitò la professione di avvocato alternando il lavoro con lunghi soggiorni per studi di perfezionamento in diritto costituzionale comparato a Strasburgo, Berlino, Bonn, Londra, Oxford. Successivamente esercita la professione di avvocato a Milano con Vittorio Scialoja, continuando i suoi viaggi di studio all’estero. Infine si trasferisce a Borgomanero nella grande casa di famiglia. Qui diviene Presidente dell’Unione di miglioramento fra i lavoratori di Borgomanero e Consigliere comunale. La sua tesi di laurea sul diritto di proprietà individuale sostenuto da Antonio Rosmini ha una vasta eco anche fuori d’Italia. Molto nota e fondamentael per gli studiosi di Manzoni e Rosmini è la sua edizione del Carteggio fra Alessandro Manzoni e Antonio Rosmini (1901 e successivamente 1996). Sua è anche la pubblicazione delle Venti ore con Alessandro Manzoni del Tommaseo. Coltivò con studi e ricerche, rimasti in gran parte inediti, svariatissimi interessi come l’agiografia, la storia dell’arte, la letteratura, le interpretazioni dantesche, l’agricoltura, l’apicoltura. Una sua opera sul traforo del Sempione fu gratificata di due edizioni da parte della Tipografia del Senato. Achille Marazza (Borgomanero 1894-Suna di Verbania 1967), nipote di Giulio Bonola, fu avvocato e uomo politico. Antifascista e membro del CLN Alta Italia per la Democrazia Cristiana, fu tra coloro che trattarono la resa di Mussolini nell'incontro all'Arcivescovado di Milano. Fu sottosegretario e ministro. Fondò la biblioteca della Fondazione di Borgomanero che porta il suo nome e ha sede nella settecentesca casa di famiglia, nella quale ora è collocato anche il fondo manzoniano.

3 Tra queste: T. Abbiati, Novelle a spunto manzoniano di un discepolo del Parini professore di A. Manzoni, 1929; A. Balbiani, I figli di Renzo Tramaglino e di Lucia Mondella, 1874; M. Giovannetti, Renzo e Lucia, 1905; C. Linati, Sulle orme di Renzo e altre prose lombarde 1927.

4 Colquhoun Archibald, Manzoni and his times, London, Dent & Sons 1954. Le opere a carattere biografico su Manzoni e la sua famiglia presenti nel fondo sono 87. Qui ovviamente si è accennato solo ad alcune.

5Marcellin de Fresne, corrispondente parigino del Manzoni, incaricato di seguire per suo conto la pubblicazione del romanzo presso l'editore Baudry.

6Cfr. Incontro manzoniano con Carlo Carena, Umberto Colombo, Maurizio Corgnati, a cura di Eleonora Bellini, Borgomanero 1986, pag. 34.

(C) Eleonora Bellini

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