lunedì 5 luglio 2021

Con Carmine nel giardino di Gianni, di Giovanni Pistoia

Carmine De Luca è ricordato come autore di testi scolastici ("Parole in viaggio", nota e fortunata antologia per la scuola media), saggista e giornalista, nonché come esperto appassionato degli scritti di Gianni Rodari. Insegnante, collaboratore del quotidiano L’Unità nei suoi anni gloriosi e degli Editori Riuniti dedicò infatti molta parte del suo lavoro alla letteratura per l'infanzia. Chi non ricorda la collana di fiabe che uscì nel 1996, proprio per i lettori de L'Unità e in collaborazione con le edizioni Einaudi? Si trattò di quattordici libretti dedicati alle fiabe tradizionali di diversi Paesi del mondo; grazie anche alle note critiche di De Luca, l'operazione si rivelò particolarmente interessante e i libretti preziosi e duraturi.

Ora Giovanni Pistoia dedica al fortunato sodalizio non solo editoriale, ma anche di ideali e di pensiero, tra De Luca e Rodari questo volume, ricco di importanti contributi dello stesso Pistoia, molti dei quali precedentemente apparsi solo in rete, e anche di illuminanti testi rodariani dello stesso De Luca, pubblicati prevalentemente su riviste o su libri ormai di difficile reperibilità. Seguono qui dunque alcuni cenni sui contenuti del volume, che costituisce un affascinante viaggio nella memoria per ogni estimatore di Rodari.

La prima parte del libro contiene scritti di Pistoia, tutti di indubbio interesse e particolarmente adatti a riportare alla mente temi rodariani, anche attraverso le puntuali citazioni e i riferimenti critici, tratti sia dalle opere del "favoloso Gianni" sia da quelle di De Luca. Da "Il cane di Magonza" e il suo perché alla Freccia azzurra nelle diverse edizioni, dal cavallo saggio "che uccideva i microbi" al mito di Atalanta, in queste pagine l'autore rivisita i contenuti e la fortuna delle opere di Rodari insieme alla loro lettura, acuta e approfondita, da parte di De Luca.

Nella seconda sezione del libro, "L'appendice" vengono offerti al lettore proprio gli scritti di quest'ultimo che spaziano dal Rodari giornalista all' invenzione della Fantastica, alle poesie e alle filastrocche, vero e proprio "atto di fede verso l'infanzia. I suoi versi sono giocattoli poetici (così Rodari amava definirli) messi a disposizione dell'infanzia perché essa apprenda gli strumenti e l'impegno (la "passione") a prodursi nelle forma il più possibile libere". Quanto alle filastrocche, il saggio di De Luca (del 1991) le inserisce nella tradizione francese e inglese che tributa una "diffusa stima senza condizioni per versi e strofe cantilenanti", praticate, com'è noto, anche da grandi autori. Una convalida, ce ne fosse ancora bisogno, che la "roba per bambini" non è "roba da poco". Concludo ricordando, sempre a questo proposito, un aneddoto relativo ad Auden citato nell'articolo: "Auden ai giovani aspiranti poeti che incontrava chiedeva preliminarmente un'opinione sulle filastrocche. Se l'interlocutore dichiarava interesse per i componimenti in versi destinati all'infanzia, la conversazione proseguiva. In caso contrario, i giovani di belle speranze poetiche venivano bruscamente congedati".

G. Pistoia, Con Carmine nel giardino di Gianni, Youcanprint 2021

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