“L’ideologia riformista pone il
denaro, strumento indispensabile dell’attività di consumo e di accumulo, al
centro della scala dei nostri valori sociali e promuove il mercato come sola
costituzione materiale”. E’ necessario e urgente uscire da questa miseria,
sostiene con forza l’autore di questo libro, piccolo ma preziosissimo. Mattei è
professore di diritto civile all’Università di Torino e di diritto
internazionale e comparato all’università della California. In Contro
riforme (n. 82 della collana “Vele” di Einaudi, ricca di contributi
preziosi sulla società contemporanea) sostiene l’urgenza di un dibattito
approfondito sulla direzione che l’Italia deve prendere per uscire dalla
attuale profondissima crisi economica e sociale. E’ innanzitutto necessario chiarire
il significato che tutti coloro che
utilizzano il termine “riforme” attribuiscano ad esso nel concreto – non
passa infatti giorno senza che esso esca più o meno saccentemente dalle labbra
di un politico o di un “esperto” –.
Questo perché per ora le
“riforme” in Italia hanno condotto solo ad una spoliazione sempre più
dissennata dello Stato a favore dei patrimoni privati: il liberismo della
seconda repubblica ha assunto il volto feroce e menzognero dell’aggressore.
Illuminante è la lettura del terzo
capitolo del libro, “ Riformismo neoliberale e concentrazione della proprietà
in Italia”, che, a partire dalla storia del termine, giunge fino ad illustrare
le dinamiche che hanno condotto l’Italia ad introdurre il pareggio di bilancio
nella Costituzione, invalidando il sogno di quella società giusta ed
egualitaria che i Costituenti avevano immaginato per il nostro Paese. Libro da
leggere e da studiare.
Ugo Mattei, Contro riforme, Einaudi 2013
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