Pesci di plastica, fiori finti dai brutti colori che cosa stanno a fare nella vetrina di un grande magazzino? Ovvio: sono merce in saldo, quella che nessuno ha comperato e ora viene venduta a prezzo basso. Insieme a loro in vetrina è stato esposto anche un ombrello giallo; giallo come il sole, giallo come un pulcino. Ma perché? Ovvio anche questo: la città è grigia e gli ombrelli sono tutti neri o marroni o, al massimo, blu di Prussia e verde scuro. L'ombrello giallo è nato solo perché un operaio, un giorno, stanco di premere sempre gli stessi tasti della macchina sulla quale era addetto alla produzione di ombrelli, ha schiacciato il tasto "giallo pulcino". Nessuno ha comperato l'ombrello giallo ed esso è finito nella vetrina dei saldi. E' molto demoralizzato per questo; tutti i suoi fratelli neri, marroni, verde scuro e blu di Prussia sono usciti ad allargare le braccia e a respirare sotto la pioggia e lui è rimasto lì, esposto solo alla polvere. Però un bel giorno arriva un personaggio bruttino e strano e lo compera. Finalmente! Anche l'ombrello giallo potrà volteggiare sotto la pioggia adesso? O conoscerà qualcosa di nuovo ed inatteso? Leggete questo bell'albo illustrato e lo saprete. La lettura è indicata a tutti, bambini e anche adulti, e particolarmente a chi vorrebbe essere sempre uguale agli altri e si interroga sul perché della propria unicità e/o diversità. E' adatta a chi si sente messo da parte e non se ne capacita. E' adatta a chi sa fare bene delle cose e nessuno gliele chiede. A tutti costoro è adatta, e a molti altri, perché mostra - senza tante chiacchiere e senza moralismi - che diversità, solitudine, attesa possono riguardare anche chi ha un bel colore, caldo e luminoso come il sole. E che questo può accadere spesso in una città nella quale la gente è abituata ad accontentarsi del grigio.
Joel Franz Rosell e Giulia Frances, L'ombrello giallo, Kalandraka 2012
Joel Franz Rosell e Giulia Frances, L'ombrello giallo, Kalandraka 2012
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