giovedì 15 marzo 2012

Ad Auschwitz c'era un'orchestra, di Fania Fénelon

Fania Fénelon, ebrea francese, nata Goldstein, fu deportata ad Auschwitz-Birkenau a soli vent'anni. Amava dire che fu deportata non perché ebrea, ma perché membro della Resistenza e comunista.  A Birkenau c'era un'orchestra femminile; doveva accompagnare l'uscita dei reclusi che andavano al lavoro la mattina presto e, la sera, doveva offrire momenti di svago alle SS - che amavano la musica classica e forse la usavano per cancellare l'orrore delle innominabili torture  a cui sottoponevano le loro vittime e per dimenticare l'odore dei forni crematori che pervadeva il campo. Questo libro, scritto trent'anni dopo la deportazione, racconta la storia di Fania e delle sue compagne dell'orchestra del lager. Perché aspettare trent'anni per raccontare? "Ho avuto bisogno di vivere. Vivere la nostra giovinezza; avevamo vent'anni e sembravamo tutte delle vecchie. Ho avuto bisogno di ritrovarmi nel calore degli altri, di mangiare, di fare l'amore, di amare... e soprattutto di guarire. Ero malata. Dovevo guarire dai lager", spiegherà lei, in un tardo pomeriggio degli anni Settanta a Bruxelles, incontrando due compagne di allora.
Fania Fénelon fu cantante e pianista e portò la sua arte nei teatri di tutto il mondo. Dopo la guerra visse a lungo nella Germania dell'Est. Dalle sue memorie fu tratto negli Stati Uniti un film, Playng for time (in italiano Ballata per un condannato), di cui scrisse la sceneggiatura insieme ad Arthur Miller e che fu interpretato da Vanessa Redgrave. Un suo ricordo si trova, tra gli altri, qui: http://gerardbarray.fr/humeurs/fania/index.htm

Fania Fénelon, Ad Auschwitz c'era un'orchestra, collana Caratteri del '900, Vallecchi 2008

Nessun commento: