martedì 15 febbraio 2011

Il congresso, di Libero Bigiaretti

Direttore dell'ufficio stampa dell'Olivetti a Ivrea, fondatore a Roma del Sindacato Nazionale Scrittori, Libero Bigiaretti narra in questo romanzo le brevi giornate di un congresso, ma anche la storia dell’incontro del protagonista con una donna, Anna.
“... Anna pretende che mi accorsi di lei subito, come se ne fossi stato colpito. Invece l’ho scoperta, trovata, soltanto in una successiva occasione, molto tempo dopo. Sia lei che io, al secondo incontro, che abbiamo voluto considerare memorabile, siamo stati presi da quella strenua avidità di ricercare coincidenze e antecedenti cui si abbandonano gli innamorati, e abbiamo ricostruito una fitta serie di altri incontri mancati per poco...”
Nei pochi giorni del congresso nasce un amore più che spontaneo determinato, voluto, quasi deliberatamente perseguito dal protagonista: attrazione e trasgressione, interrogazione sulla vita presente, sguardo sulla vita possibile.
Alla storia dei due amanti si intreccia la cronaca degli incontri congressuali. All’interno di questa è memorabile il discorso del protagonista, provocatorio ed ardente, teso a mettere a nudo le ipocrisie della politica aziendale “ illuminata” del tempo: “... le nostre teorie sul tempo libero, ad esempio, erano niente altro che una sofisticata mistificazione dell’intenzione padronale di prolungare il proprio intervento e la propria influenza ideologica, oltre che economica, di là dal tempo della prestazione lavorativa. A questo solo criterio rispondevano, in effetti, secondo me, i servizi sociali, le biblioteche di fabbrica, i circoli culturali...”. E a motivo di questo discorso si trova spesso il romanzo citato come “opera che affronta il problema del rapporto tra intellettuale ed operaio”. Ma è pur vero che lo stesso protagonista afferma, all’esordio della sua prolusione pubblica: “sentii insorgere in me la tentazione di parlare per Anna, come se gli altri non ci fossero”. Il romanzo affronta dunque anche il tema del rapporto amoroso, scava tra le sue pieghe, dalle più romantiche alle più prosaiche.
Chi riesce a trovare questa o altre opere di Bigiaretti potrà rileggere con piacere una bella prosa, potrà assaporare gli scritti di un intellettuale intelligente, che meriterebbe di essere maggiormente ricordato.


   Libero Bigiaretti, Il congresso, Bompiani 1963

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