domenica 28 dicembre 2025

Sotto il cielo di Gaza, di Nandino Capovilla e Berta Tusset

In questo libro, che nasce dalle conversazioni degli autori con Andrea De Domenico, funzionario delle Nazioni Unite, il titolo di ogni capitolo inizia con la formula “Quando ti tolgono” e, pagina dopo pagina, gli autori elencano tutte le “sottrazioni” alle quali, ingiustamente e sistematicamente, sono sottoposti i Palestinesi. Ciò che ogni giorno viene rubato – con violenza – agli abitanti della striscia di Gaza e della Cisgiordania non è poco, anzi è tutto ciò che serve per vivere: la casa, la terra, la libertà di movimento, la libertà di residenza, la sicurezza alimentare, l'acqua, la tutela dei minori, la scuola, la salute. In ogni capitolo viene descritto uno di questi elementi, corredando sempre il discorso con tabelle e dati statistici, che leggiamo con indignazione e sgomento.

La casa, per fare un primo esempio: nella sola Cisgiordania dal 7 ottobre 2023 al 7 ottobre 2024 sono state demolite 1.292 strutture ad uso abitativo su 1.777 totali. Il governo israeliano in questo periodo ha non solo negato alla popolazione palestinese il diritto di costruire o ampliare le case, ma ha anche demolito abitazioni private con la scusa di dover punire individui eventualmente coinvolti in azioni violente. La Corte Internazionale dei Diritti Umani sostiene che le demolizioni effettuate dal governo israeliano violano i diritti della persona umana e sono dettate dalla volontà di discriminare e colpire l'intera popolazione palestinese. Fin dalla nakba del 1948, i Palestinesi, che vivevano legittimamente sulla terra dei loro avi e nelle loro case, furono obbligati a fuggire, mentre gli ebrei godettero di espliciti vantaggi, tra i quali la possibilità di appropriarsi delle proprietà già appartenute ai Palestinesi.

Il muro, per fare un secondo esempio. Nel 2002 le autorità israeliane iniziarono a costruire un muro, con l'obiettivo di “prevenire attacchi violenti da parte dei Palestinesi all'interno di Israele. Tra tutti gli ostacoli posti alla libertà di movimento della popolazione palestinese, dentro il proprio territorio, esso è il più imponente”. Molte famiglie videro che le loro terre erano rinchiuse al di là del muro. All'inizio, per potersi recare a coltivarle, bastava esibire un documento, ma, col passare degli anni, le restrizioni divennero sempre più dure e i tempi per avere il permesso di accesso ai propri campi sempre più lunghi. Fino al 2023, quando il periodo della raccolta delle olive coincise con l'inizio delle ostilità contro Gaza e nessun cancello fu aperto agli agricoltori della Cisgiordania.

La recensione si legge per intero sulla rivista on line UTOPIA 21. La forza di cambiare (Universauser) al link: Sotto il cielo di Gaza EB av31ott25 ff1nov25 def.pdf - Google Drive

N. Capovilla, B. Tusset, Sotto il cielo di Gaza, La Meridiana 2025


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