Poesie di pace e di guerra è un'antologia che raccoglie quaranta liriche di poeti di nazionalità diverse, scelti - tra quelli pubblicati nella "collana bianca" Einaudi - da Valerio Magrelli, che nell'introduzione scrive:
"... la pace risiede nel suo non essere immediatamente percepibile. Perché stupirsi allora se, fra le quaranta poesie tradotte da quindici lingue e qui presentate, la grande maggioranza non la menzioni affatto? Per cantare la quiete, occorre narrarne l'assenza, evocarla per via negativa, pronunciarla attraverso il suo contrario [...] Come la nebbia di Totò a Milano, la pace, quando c'è, non la si vede".
I poeti presenti nella raccolta sono: Sá-Carneiro, Lear, Harrison, Cacciatore, Benn, Holan, Blok, Owen, Stevens, Seifert, Mutis, Loi, Borges, Giotti, Aviano, Lowell, Scève, Neruda, Larkin, Prévert, Fried, Enzensberger, Cummings, Kavafis, Sinigaglia, Khayyâm, Yeats, Xi Chuan, Kirsch, Apollinaire, Kaalø, Fortini, Sereni, Achmatova, Char, Machado, Hopkins e infine versi dall'Ecclesiaste e poesie accadiche.
Tra tutte le liriche di questo piccolo, prezioso libretto fuori commercio ho scelto di proporvi, in quest'ultimo giorno di un anno orribile, crudele con la pace e prodigo di feroci doni alle guerre, quella di Vladimír Holan, grande poeta ceco (1905-1980):
I bambini nel Natale dell'anno 1945
Vidi i bambini nel Natale dell'anno 1945.
Stavano dinanzi all'unica baracca a piazza Carlo
e stavano in fila uno dietro l'altro. Erano pallidi,
si prestavano le scarpe e soffiavano
sui polpastrelli delle dita senza unghie,
ma stavano là con pazienza - umilmente e come già grati in anticipo? -
aspettando il turno per comprarsi
zucchero filato su uno stecco, quest'aria dolce,
perché non c'era nient'altro...
E vidi un ragazzo affamato, correva con la valigetta
del panettiere per le ostie e già si allietava
che gli avrebbero dato in parrocchia tutte le briciole...
E vidi una madre, che all'alba infilzava
in un'acerba meluzza dei grossi chiodi
e la sera la faceva mangiare ai suoi piccoli,
convinta che avrebbero immesso così nel sangue almeno un po' di ferro...
Crudele mondo abbrutito, che farò con te?
Che farò, se nel frattempo sento i tuoi discorsi di ricatto su come
salvare la pace, mentre si dovrebbe militarmente intervenire?
(V. Holan, da Una notte con Amleto. Una notte con Ofelia, 1993)
I/Le poeti/e, quelli veri/e, vedono la realtà come nessun altro e possiedono le parole per dirla.
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| Poesie di pace e di guerra, Einaudi 2003 |

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