venerdì 17 maggio 2024

Scaffale locale 11: Delia Bonola Marazza

Dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna" recita una frase attribuita a Virginia Woolf1, pronunciata in omaggio alle donne che, rimanendo in ombra, contribuirono e contribuiscono, in modi intelligenti e legittimi, al successo degli uomini che condividono con loro la vita. E' luogo comune che queste donne siano le mogli o le compagne degli uomini illustri, ma mi piace estenderla, nel caso di Achille Marazza, anche a sua madre Adele Bonola.

Adele, chiamata in famiglia Delia, era figlia di Isabella Ferrario e di Gerolamo Bonola Lorella, giovane dottore in legge che partecipò con convinzione e coraggio alle Cinque Giornate di Milano del 1848. Con le sorelle Maria Caterina, Maria Anna e il fratello Giulio2 trascorse un'infanzia e una giovinezza serene e dedite, come usava allora per le fanciulle, allo studio della letteratura e della musica, al disegno, al ricamo e a tutte quelle forme della bellezza che si ritenevano fondamentali per la formazione dell'intelligenza e dell'animo femminili.

Delia sposò il 25 ottobre 1893, a ventitre anni, Ambrogio Marazza, nato a Sesto San Giovanni nel 1866. Ambrogio poteva annoverare, come lei, familiari partecipanti ai moti risorgimentali milanesi ed era stato compagno di scuola del fratello maggiore Giulio al Collegio Mellerio Rosmini di Domodossola. La cerimonia nuziale fu celebrata nella chiesetta di Loreto, ai margini del grande parco della casa Bonola3, acquistata dai suoi avi originari di Vacciago circa un secolo prima e poi abbellita e ampliata per divenire residenza estiva della famiglia, che viveva abitualmente a Milano. Il suo primo figlio, Achille, nacque appunto nella villa di Borgomanero nel luglio del 1894. E meno di tre anni dopo nacque anche Gerolamo, che portava il nome del nonno patriota.

Con i due figlioletti e il giovane marito, colto e amante dell'arte4, Delia avrebbe potuto trascorrere a lungo una vita agiata, piena e felice. Invece, solo cinque anni dopo le nozze, Ambrogio fu vittima di un grave incidente a Milano e morì dopo molte sofferenze, lasciandola sola con i piccoli figli. Le rimasero l'agiatezza e quella pienezza di impegni che senso della dignità e del dovere impongono di mantenere anche nel dolore e nella sfortuna. Felicità spensierata e appagata allegria, immagino le siano mancate, da quel momento in poi, almeno nella loro pienezza.

Delia si dedicò totalmente ai figli, il secondo dei quali, dopo la morte del babbo, chiamò in famiglia Ambrogino (Gino), facendo così rivivere, nel suo bimbo, il nome del padre.

Non conosciamo i particolari della vita quotidiana di Adele, ma possiamo essere certi che la sua vicinanza e la sua dedizione ai due figli siano state tanto intense quanto intelligenti e certamente mai lagnose o opprimenti. Achille, non ancora maggiorenne, partì volontario per la prima Guerra Mondiale e Gino, prima di ritirarsi a Pallanza con la famiglia, divenne ufficiale della Marina Italiana ed esercitò l'avvocatura a Treviso. Una madre, dunque, Delia, capace di insegnare ai figli come spiccare il volo, non una miope chioccia. Della sua capacità di coltivare legami con personalità della cultura, della politica, quella severa, rigorosa, generosa e dedita principalmente al bene comune, sono testimoni alcuni documenti presenti negli archivi della Fondazione Marazza5. Tra questi citiamo, a titolo di esempio, una corrispondenza con il poeta Giovanni Bertacchi, che le dedicò, facendole gli auguri per il Natale 1909, la sua Trilogia moderna6; un biglietto di Alcide De Gasperi che, dall'Assemblea Costituente, dopo un passaggio a Cascia, le mandò un piccolo ricordo di S. Rita ''della quale, come mi ha detto il suo carissimo Achille, Ella è tanto devota7''; i suoi ritratti, uno pittorico e l'altro fotografico, eseguiti da Attilio Melo8.

Il 19 gennaio 1960 Delia compì 90 anni. L'invito alla festa, organizzata per lei dal figlio Achille nella casa di Borgomanero fu "interpretato" in versi da Alberto Cavaliere9" che scrisse, tra le altre, queste rime:

Ebbe i natali, questa nostra santa

cara vecchietta, nella casa avita.

Un'epoca per noi, più che una vita:

basti pensar che quando, nel Settanta,

fu completata l'Unità d'Italia,

la Mamma c'era già, sia pure a balia.

[...]

e vorrebbero tutti che, per lei,

senza più nessun'ombra e senza affanni,

la vita cominciasse a novant'anni.

Delia lasciò questo mondo il 1° febbraio 1961. Giovanni Battista Montini, cardinale di Milano, poi papa Paolo VI, le dedicò queste righe: '' Delia Marazza Bonola ­ Lorella, donna di sentimenti forti e gentili, madre esemplare, la fede cristiana e l'amore domestico illustrarono la sua candida vita, tanto più degna di ricordo e di rimpianto quanto più longevo ne fu il corso, giunto alla foce delle eterne speranze''10.

1 La citazione trova le sue più antiche origini in un detto latino "Dotata animi mulier virum regit" (Una donna dotata di spirito di intelligenza e coraggio sostiene l'uomo).

2Giulio Bonola (1865 ­ 1939), avvocato, politico, letterato, fu figura di riferimento importante per la sorella Delia e per i nipoti Achille e Gino. Antifascista e studioso di spessore europeo, ha lasciato diversi studi, solo in parte pubblicati.

3La grande casa, nota ora come Villa Marazza e sede della Fondazione Achille Marazza, era stata in origine un grande deposito di raccolta di bachi da seta, fiorente industria all'epoca. I Bonola la ingrandirono in modo da poterla utilizzare come residenza.

4Ambrogio Marazza raccolse, tra l'altro, una ricca documentazione di documenti fotografici relativi alla pittura lombarda, e non solo, dei secc. XIV ­ XVIII, ancora conservata alla Fondazione Marazza. Fu collaboratore di riviste d'arte di rilevanza nazionale.

5FMB 846, 1- 3-4-5-6.

6 Giovanni Bertacchi (Chiavenna, 1869 – Milano, 1942 ) Trilogia moderna, al conte Paolo Camerini, Milano Natale 1909. Bertacchi, poeta e letterato, mazziniano e antifascista, fu docente di Achille Marazza a Milano, poi amico, come testimonia la dedica posta sul retro di una sua foto conservata nell'Archivio Marazza presso la Fondazione omonima. FMB 1115, 3.

7 Lettera autografa FMB 846, 5.

8 Melo nacque a Padova nel 1917 da una famiglia veneziana d’artisti. A Milano, frequentò l’Accademia di Brera e  iniziò giovanissimo la sua attività di pittore, a soli diciotto anni cominciò a dedicarsi professionalmente all’arte del ritratto. Durante la sua lunga e brillante carriera posarono per lui, tra gli altri personaggi famosi, Alcide De Gasperi e Giovanni Gronchi.

9Poeta e giornalista (Cittanova 1897- Milano 1967), oppositore del regime fascista, avendo sposato un'ebrea russa, dopo la promulgazione delle leggi razziali in Italia fu costretto a una lunga peregrinazione in clandestinità. Famoso per la sua capacità di esprimersi in rime brillanti, spesso satiriche, fu anche deputato della Repubblica Italiana tra il 1953 e il 1958, eletto nel PSI.

10A. Zanetta, Le origini di Achille Marazza, 1994; B. Gattone, L'archivio Achille Marazza, 2015; http://win.fondazionemarazza.it/web/lnx-archivio-marazza.asp

         Achille Marazza con la madre Delia
                 (foto Archivio Marazza)

Scrissi questa breve nota biografica di Adele Bonola Marazza per il decimo "Quaderno borgomanerese" Borgomanero al femminile, pronto - eccetto un articolo dedicato a Rita Maspero Borgna - già nel febbraio 2019. L'uscita era prevista per il settembre dello stesso anno. Testi, indice e immagini impaginati furono da me consegnati al direttore entrante della Fondazione Marazza, per l'inoltro alla tipografia. Il Quaderno non è ancora uscito e prevedo non uscirà. Mi fa piacere quindi pubblicare qui i brevi articoli che scrissi allora per quel numero. Questo è il primo.

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