giovedì 3 maggio 2012

Sostiene Pereira, di Antonio Tabucchi

"Quel bel giorno d'estate, con la brezza atlantica che carezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte. Perché? Questo a Pereira è impossibile dirlo”.
Quel bel giorno d'estate Pereira lesse un articolo e fece un incontro per caso, ed il caso operò meglio della provvidenza. L'articolo era tratto dalla tesi del giovane Monteiro Rossi e trattava del significato dell'essere e del rapporto tra vita e morte. Pereira volle conoscere l'autore del pezzo e da questa conoscenza scaturirono fatti inediti per la sua vita sino ad allora molto metodica e tranquilla, fatti, al principio, sconvolgenti, ma poi estremamente positivi, liberatori, generatori di un'esistenza nuova nella consapevolezza e nella libertà. Pereira vive nel Portogallo del 1938, una nazione piegata dalla dittatura di Salazar, che non è l'unica dittatura d'Europa in quegli anni: la Spagna è travagliata dalla guerra civile, l'Italia è in pieno regime fascista, in Germania Hitler è al potere. Pereira vedrebbe, se volesse vedere, ma si chiude nell'esercizio letterario (dirige la pagina culturale di un giornale non tra i maggiori della città, il Lisboa). L'incontro che il caso gli offre lo indurrà ad una presa di coscienza mite e profonda, che ne fanno un grande personaggio letterario, un protagonista da amare.
Nella Nota conclusiva Tabucchi scrive: “... compresi vagamente che un'anima che vagava nello spazio dell'etere aveva bisogno di me per raccontarsi, per descrivere una scelta, un momento, una vita […] In portoghese Pereira  significa albero del pero, e come tutti i nomi degli alberi da frutto è un cognome di origine ebraica, così come in Italia i cognomi di origine ebraica sono nomi di città. Con questo volli rendere omaggio a un popolo che ha lasciato una grande traccia nella civiltà portoghese e che ha subito le grandi ingiustizie della Storia. Ma c'era un altro motivo...”
Quale? Lo troverete leggendo o rileggendo il libro. 

Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira, Feltrinelli. Prima edizione 1994.


 

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