Venerdì 22 settembre a Venezia, nella sede di Micromega Arte e Cultura, si è tenuto un incontro denso di riflessioni e di contenuti di pace, giustizia, fratellanza. Innanzitutto i libri. Il primo, Venezia, atto finale. Veder morire una città di Petra Reski (Zolfo Editore, Milano 2022), disponibile anche in francese e tedesco, è il gesto d'amore nei confronti di una città unica al mondo ma minacciata da speculazioni immobiliari, invasa da un turismo spesso inconsapevole, strumentalizzata perfino dai sindaci, talvolta dimenticata dalle istituzioni internazionali. Ma Venezia resiste insieme a chi ce l'ha nel cuore e la vive con rispetto e rinnovato stupore.
Il secondo, Alla ricerca della pace perduta di Paolo Pagliai e Roberto Carlon (Sensibili alle foglie Editori 2023). La pace, affermano gli autori, è il tesoro più grande, il più prezioso di tutti. Il libro è costituito da un appassionato carteggio, uno scambio di lettere profonde e vissute "sull’unico problema di cui vale la pena parlare: come si costruisce la pace? Che cos’è veramente?"
Il terzo, il mio Stanze d'inverno e altre poesie, accolto dal pubblico con una partecipazione, una condivisione e un calore per quanto io possa ricordare mai verificatosi altrove. Grazie ai veneziani, grazie all'intelligenza e al cuore di Venezia!
Il quarto libro, il monumentale saggio di Gabriella Bianco Itinerarios filosoficos del siglo XX (Susil Edizioni 2023) la cui presentazione accademica avverrà a Mar del Plata il 7 ottobre 2023, muta ma ben desta presenza sul tavolo dei relatori, vegliava sullo svolgersi degli eventi.
Non solo libri, però in questo intenso pomeriggio, ma anche musica, arte e letture dal vivo: il programma completo, qui di seguito, ve ne darà conto.
Concludo con le parole di Gabriella Bianco, promotrice e deus ex machina della giornata: "Resistenza è la nostra parola d'ordine: resiste la meravigliosa città e chi ancora la vive, resiste la musica contemporanea, che si apre al linguaggio del mondo conservando la sua esclusività, resiste la cultura che vogliamo rappresentare, la cultura viva che dialoga con se stessa ed il mondo, consapevole della propria responsabilità verso i destini del mondo". E con la mia poesia inedita "Il bambino rincorre la pace", inserita tra le letture d'apertura dell'incontro:
Il bambino rincorre la pace
e muove le braccia come ali
di farfalla, forti controvento
e lievi sopra l'erba quando sfiorano
l'oro dei ranuncoli. La pace rotola
più in là, sempre più in là, come la palla
lanciata in volo verso mani amiche.
Ride il bambino che l'insegue e corre,
corre e corre, ancora.
La pace
sale verso l'alto e vola e benedice
quel gioco solenne ed innocente.
Benedice il bimbo che non sa
le cieche corse ed i malfermi
piedi dei piccoli fratelli in fuga
tra macerie infide, là,
dove esplode la guerra
e non c'è palla da lanciare
in cielo, né prato sulla terra.
Là, dove una falange di nubi,
dì armi e di fuoco oscura
i giorni e le notti senza luna.
Dai ciliegi inerme
scende un pianto di petali (s'è spento
il pigolio dei nidi e vagano
nell'aria piume come fiocchi
di spatriata neve).
(C) Eleonora Bellini
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