Grossman (1888-1965), docente e critico letterario russo, si occupò a lungo, nella sua attività, di Dostoevskij. In questo corposo volume riunisce e fonde l'uno con l'altro numerosissimi suoi saggi. Ne risulta un'opera che traccia il ritratto dello scrittore, del giornalista, del pensatore, del critico, ma anche dell'uomo. Continua è la connessione tra la biografia di Dostoevskij e la sua opera. Scrive la curatrice Antonella D'Amelia nella nota introduttiva: "L'impostazione organicamente ordinata del materiali biografico cristallizza i singoli momenti della vita dello scrittore, allinea il susseguirsi delle sue concezioni politiche, dilata tutte le minuzie della struttura formativa dei suoi romanzi".
Grossman nella chiusa del libro, di 630 pagine più una bibliografia e un ricco indice dei nomi, osserva che il cammino di Dostoevskij fu complesso e contraddittorio. Se pure nei sui romanzi talvolta espresse posizioni reazionarie, queste furono riscattae dal "geniale impulso dell'artista e dalla sua profonda compassione per la sofferenza umana". Dalle sue opere, prosegue infatti, emerge una profonda solidarietà con le vittime del regime zarista che, tuttavia, nei suoi ultimi anni, difese: gli ergastolani in Siberia, gli studenti, i mendicanti, gli alcoolizzati, gli impiegati alla fame, le fanciulle perdute "tutti i perseguitati e respinti dall'inesorabile corso dello sviluppo dello stato capitalistico" conclude Grossman.
L. P. Grossman, Dostoevskij, Samonà e Savelli, 1968
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