Paure in poesia. Poesie con i bambini.
Paure dei bambini.
Ogni laboratorio prevede
l'ascolto e la lettura di versi poeti classici. In questo vengono
proposte tre liriche di Giovanni Pascoli: Notte di vento, Il
lampo, Notte dolorosa. Tre momenti di oscurità e di
solitudine di un grande poeta, un letterato dal cuore che indugia a
contemplare tremori e timori dell'infanzia, un'infanzia che
l'anagrafe ha sepolto, ma che nel cuore è dura a morire: il vento
che scuote la notte; il temporale dalle livide luci crudeli; il
sospiro roco del mare; la solitudine di un bimbo che piange mentre le
stelle, lontane, passano senza curarsi né di lui né di altri umani
quaggiù.
Ma prima di leggere
Pascoli si parla, tutti insieme, delle nostre paure. Le prime che i
bambini citano sono le paure fiabesche: le streghe, i fantasmi, i
mostri, gli zombies e le altre mostruose creature che narrazioni,
film e cartoni animati insegnano. Poi, quando il ghiaccio un po' s'è
rotto, emergono le paure quotidiane: l'abbandono e il rimanere soli,
nel doppio senso del "soli in casa" che "soli al
mondo"; le malattie dei familiari; la morte; alcuni animali, dai
cani ai calabroni; i temporali violenti; l'ascensore; la notte e i
suoi rumori, ma anche quel silenzio profondo che talvolta si diffonde
nel buio.
Non è difficile per le
bambine e i bambini esprimerle anche in poesia.
Le tenebre buie
che ti circondano
e ti spaventano.
Il corridoio scuro
e silenzioso,
il rumore
dell'interruttore,
che si accende e si
spegne.
Le lunghe scale,
che sono vuote
e continuano una sopra
l'altra,
e la paura si fa
sentire
scrive Giada dipingendo,
come in una sequenza cinematografica, il preludio della paura. E le
fa eco Aurora:
Ho una grande
agitazione,
come se
mi uscisse il cuore.
Alessandro insiste con
una visione notturna:
Quanto sei scura e
nera,
paura, come un
calabrone.
Durante la notte,
pensando
agli spettri
nell'aria,
anche l'ombra
hai fatto sparire.
Quanto scura
questa notte.
Maria Jiang traccia in
versi essenziali, che mi piace pensare dettati dalla tradizione
antica delle liriche cinesi, il ritratto di una notte senza luna,
nella quale i bambini tremano, prigionieri del buio:
Notte tempestosa,
con la luna nascosta
e le porte chiuse.
I bambini hanno paura.
E Alex ci conferma
nella sua poesia che:
La paura ti colpisce al cuore,
non puoi liberartene.
Per esempio un ladro
ruba e fugge,
la paura ruba ma non fugge.
Quando sei in compagnia
te ne dimentichi,
appena torni a casa
e sei solo
ti ritorna in mente.
Ascoltare,
riflettere, esprimersi sono tre passaggi essenziali per conoscere le
proprie paure e la poesia è una grande amica e un grande sostegno in
questo percorso capace di accomunare adulti e bambini. Nella
consapevolezza comune che molte paure si superano, altre si aggirano
con strategie diverse, altre fanno parte della vita e conviveranno
sempre con noi. Le parole della poesia, nel nostro percorso, ci sono
vicine perché appartengono al profondo, al vero, all'essenziale.
(C) Eleonora Bellini
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