venerdì 14 aprile 2017

Conta le stelle se puoi, di Elena Loewental

"Ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo" (Genesi 22.17). Conosce di certo questa benedizione Moise Levi, Moisìn, quando nel 1872, a ventitré anni, lascia la natìa Fossano con un carretto pieno di stracci da vendere. Minuto, ma robusto, parte alla ricerca di fortuna. La troverà a Torino, dove, grazie a Monsù Malvano e a una certa pratica con la produzione e il commercio dei tessuti fatta a Verzuolo durante il viaggio, diverrà presto un commerciante agiato. A Torino, una sorta di terra promessa dopo che il re Carlo Alberto ("Che sia benedetto") aveva decretato la libertà di culto per ogni professione religiosa e soppresso il ghetto, Moise trascorrerà tutta la vita. Una vita piena, di successo economico, di amori, di figli e nipoti. Seguiamo le loro vicende lungo il cammino di un secolo, e non solo nella città sabauda, ma qua e là, nell'una o nell'altra parte del mondo. Ci appassioniamo e ci commuoviamo alla visione di Moise che, ormai vecchio, visitando una figlia mette piede, se pur temporaneamente, nella terra promessa. Vediamo lui e la sua famiglia passare indenni attraverso il secolo dell'orrenda Shoa, dimenticati dalle leggi razziali del 1938: una inspiegabile fortuna, che ci incuriosisce e ci rallegra. Al termine del romanzo, però, l'autrice avverte: "questa non è una storia vera [...] quella vera è svanita dentro le ciminiere dei forni crematori, nelle camere a gas, nelle fosse comuni". E' l'artificio, quello della letteratura e del sogno, a permettere a Elena Loewental di raccontare una storia "senza". Senza la persecuzione razziale, senza la Shoa. La storia che avrebbe potuto essere e non è stata. La storia dei perduti e dei morti, degli sconfitti e dei perseguitati. Che sono stati e forse sono ancora. Anche loro come le stelle. Non quelle di una numerosa discendenza sparsa per ogni dove sulla terra, ma quelle che, nell'universo già morte, ancora risplendono per noi, dinanzi ai nostri occhi. 

Il Ghetto di Torino, scorcio

E. Loewental, Conta le stelle, se puoi, Einaudi 2008


Nessun commento: