Le poesie dell’Oca Loca, che ricordano per alcuni tratti Toti Scialoja e per altri il García Lorca più incantato e fantastico, uscirono in Spagna quarantacinque anni fa, eppure non hanno perso nulla della nativa verve, né della capacità di divertire i lettori, aprendo loro spazi, visioni e inviti ad assaporare le parole in tutta la loro musicalità e in tutte le loro possibilità reali e fantastiche. Gloria Fuertes (Madrid 1917-1998), poetessa e scrittrice, si caratterizza per una scrittura colloquiale, semplice e frizzante, ricca di giochi verbali, ma non priva di suggerimenti a riflettere e di allusioni a temi sociali. Quest’ultimo elemento derivò forse anche dalle sue origini modeste, la mamma era sarta e il papà portinaio, e dalla sua indole fantasiosa e sognatrice. Gloria dedicò molta parte della sua opera, fresca, colorata e musicale ai bambini. Le poesie dell’Oca Loca escono ora per la prima volta in Italia, a cura di Federico Martin e Antonio Rubio, nella traduzione degli studenti della laurea magistrale in Specialized Traduction dell’Università di Bologna, coordinati dalla professoressa Gloria Bazzocchi.
Gloria Fuertes e Miguel Ángel Pacheco, Le poesie dell'Oca Loca |
La recensione integrale si legge qui Le poesie dell’Oca Loca | Mangialibri dal 2005 mai una dieta
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