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Port-de-Bouc |
Leyli,
giovane donna originaria del Mali vive a Port-de-Bouc, vicino a
Marsiglia, in un appartamento minuscolo. Il suo viaggio dal Mali
verso l'Europa è stato tremendo e sconvolgente, irto di difficoltà
e di violenza. Infine la donna è riuscita a raggiungere la Francia,
a trovare lavoro, dapprima precario e poi a tempo pieno. Ora finalmente ha le
carte in regola per richiedere all'assistenza sociale una casa più
grande, nella quale i suoi tre figli possano trovare
tutto lo spazio necessario, condividendo l'amore di una madre
coraggiosa e guardando al futuro con fiducia.
"Tre
anni a sopportare umiliazioni, battute di caccia al clandestino,
fregature, ricatti, schiavitù, ma tenevo duro perché mese dopo mese
accumulavo semestri. Accettavo perfino di lavorare gratis pur di
avere il pezzo di carta. Alla fine ho capito che era questo il motivo
per cui lo Stato ci lasciava in pace: noi invisibili paghiamo le
tasse, consumiamo, ci pieghiamo a tutti doveri come gli altri
cittadini e non pretendiamo il minimo diritto", afferma
la donna.
Tuttavia
Leyla nasconde un segreto, pesante e da tenere ben nascosto, come
fosse un tesoro. Un segreto che le pare quasi come un'assicurazione,
una garanzia per il futuro della famiglia.
Nel
romanzo non manca la tensione tipica del giallo, ma occupa un posto
importante e non secondario la riflessione sul tema dei migranti, del
loro percorso per raggiungere l'Europa, dello sfruttamento a cui sono
sottoposti, particolarmente le donne, delle frontiere oltrepassate,
ciascuna incastonata in modo indelebile nella memoria, tappa
precaria, ma anche granello in più infilato nel rosario delle
speranze.
I
guadagni illeciti sulla pelle dei migranti, le ambiguità perfino da parte di alcuni funzionari e preposti all'accoglienza, i drammi dei richiedenti asilo
che sono obbligati a “girare
in tondo all’infinito, sportello A, sportello B, sportello C,
uffici per gli alloggi popolari, comune, prefettura, ufficio
immigrazione e integrazione, ognuno aggrappato ai propri moduli,
ottenebrato dalle caselle da riempire”,
vengono narrate senza mezzi termini e assurgono spesso alla forza
della denuncia politica.
Bussi,
scrittore francese di gialli attualmente più venduto oltralpe e
secondo più letto in Francia, preferisce definire questo suo libro
non thriller, ma romanzo umanista, che si occupa di eroi
ordinari i quali si trovano in luoghi ordinari, ma in situazioni
straordinarie.
Libro
in cui i colpi di scena si susseguono a ritmo incalzante e in cui la
verità dei fatti si chiarisce progressivamente, ma in modo sempre nuovo e
inatteso, Il quaderno rosso appassiona il lettore in
ogni sua pagina e , fatto non secondario, lo induce a riflettere.
M. Bussi, Il quaderno rosso, Edizioni E/O 2018, traduzione di Alberto Bracci Testasecca