
lunedì 30 ottobre 2017
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lunedì 23 ottobre 2017
Poesia in musica 2
Sogno
un filo di
luna guida la barca
conduce a
terra, disvela il vero:
che il
sogno s'infrange quando si sbarca"
L'uomo nero vestito
d'amaro
cercava riposo, cercava
riparo.
Quando raggiunse la
stazione
non una panca, non un
cartone.
L'uomo nero andò alla
fontana,
carezzò l'acqua, si lavò
il viso
e la donna di pietra gli
fece un sorriso.
L'uomo nero alla gran
cattedrale
“Su questi gradini non
dormirò male”
disse e si stese sul marmo
bianco:
carezze di luna lungo il
suo fianco.
Col miele in bocca si
aperse il mattino.
Si alzò l'uomo nero e
riprese a fuggire,
camminò strade e stretti
sentieri,
leggero il fardello dei
suoi pensieri.
Ritornò indietro, alla
riva del mare,
entrò nell'onda sereno e
leggero.
La bianca spuma brillò
perle al suo nero.
Fu così che ai piedi del
faro mai spento
salpò l'uomo nero col
favore del vento.
Questo è il testo di una filastrocca (di speranza e nostalgia, di solitudine e meraviglia), nata nel 2012, che divenne due volte canzone nel corso degli anni.
La prima, in sordina e con il titolo assai descrittivo "L'uomo nero", ad opera di Royston Vince, musicista inglese cultore della lingua italiana, che ci lavorò nel 2015 in forma privata e solo quest'anno l'ha ripresa e pubblicata sul web; la trovate qui, decorata da una mia foto di circa quindici anni fa: You tube.
La seconda, che ha portato anche all'edizione di un CD e di un video, è dovuta al coinvolgente entusiasmo di Stefano Panzarasa, che, in una sola estate, l'ha musicata e diffusa. Il video delle versione acustica è su You Tube (SOGNO), ma non è il solo: sempre su you tube potete ascoltare anche una bella versione arrangiata con i contributi preziosi di Dario Stabile e di Roberto D'Ambrosio, che hanno interpretato a fondo, attraverso inserti musicali, il vissuto del protagonista del nostro sogno. Per farlo, cliccate qui Sogno, con arrangiamenti .
Infine, del CD vedete le caratteristiche nell'immagine.
Infine, del CD vedete le caratteristiche nell'immagine.
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Che altro? Una considerazione sul Caso, che non sempre vive di intrecci crudeli, ma offre anche qualche serena radura, come nel caso di questo lavoro, incontro e invenzione di più creativi intorno a un progetto ri-scoperto quasi per caso e subito condiviso.
© Tutti i diritti riservati a Eleonora Bellini, Stefano Panzarasa, Dario Stabile, Roberto D'Ambrosio e Silvia Caligari
sabato 7 ottobre 2017
Mario Lodi. Pratiche di libertà nel paese sbagliato
La graphic novel, scritta da Alessio Surian e Diego Di Masi, disegnata da Silvio Boselli, racconta la storia di Mario Lodi, valoroso esponente di tutta una generazione di maestri del dopoguerra della quale fecero parte, tra gli altri, Gianni Rodari, Fiorenzo Alfieri, Albino Bernardini, Bruno Ciari e Alberto Manzi, insieme a una nutrita schiera di maestre e maestri "ignoti", che furono i fondatori e i costruttori della scuola, libera ed egualitaria, della nascente Repubblica italiana.

"Oggi è difficile educare - notò Lodi in un suo intervento - perché il nostro impegno di formare a scuola il cittadino che collabora, che antepone il bene comune a quello egoista, che rispetta e aiuta gli altri, è quotidianamente vanificato dai modelli proposti da chi possiede i mezzi per illudere che la felicità è nel denaro, nel potere, nell'emergere con tutti i mezzi, compresa la violenza. A questa forza perversa noi dobbiamo contrapporre l'educazione dei sentimenti: parlare di amore a chi crede nella violenza, parlare di pace preventiva a chi vuole la guerra". Un messaggio sempre di attualità e che, provenendo da chi operò in anni difficili ma pervasi di speranza e di fervore, ben diversi dagli attuali contraddistinti dal crollo di ogni utopia e dall'amarezza della disillusione, ha il sapore perfino della chiaroveggenza.
Nel 1989 Mario Lodi fondò la Casa delle Arti e del Gioco, eccezionale centro di documentazione sull'arte e il pensiero infantile, e ne divenne presidente.
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Autunno, M. Lodi e i suoi scolari, 4B |
I bambini osservano il mondo e lo leggono, lo indagano e lo interpretano, divengono essi stessi protagonisti di pensiero e di cultura, di ricerche e di scoperte, insieme al maestro che li guida e li sostiene: "Ci mettevamo in cerchio per poterci guardare in faccia... Nasceva così la base della democrazia". Il rispetto fondamentale per i più piccoli coincide nella scuola di Piadena con la consapevolezza delle loro potenzialità intellettuali e con la volontà di costruire una società nella quale nessuno sia escluso.
Questo libro, nell'accativante forma di graphic novel, offre a tutti coloro che hanno vissuti gli anni mitici del primo dopoguerra fino alla metà dei Settanta, il piacevole sapore del ricordo e la nostalgia dell'impegno, agli altri, i giovani, il piacere della scoperta di una figura di educatore imprescindibile nella storia del Novencento italiano.
A. Suriani/ D. Di Masi/ S. Roselli, Mario Lodi, Becco Giallo 2015
giovedì 5 ottobre 2017
Kazuo Ishiguro, Premio Nobel per la Letteratura 2017
Il Premio Nobel per la letteratura 2017 è stato assegnato a Kazuo Ishiguro, scrittore inglese di origine giapponese. Giunto in Gran Bretagna bambino di sei anni, vi ha studiato letteratura e filosofia e, dopo aver desiderato per qualche tempo di tornare nel natio Giappone, ha abbandonato del tutto l'idea quando ha conosciuto la moglie, di origine scozzese. Con lei e la figlia vive attualmente a Londra. E' dunque uno scrittore britannico a tutti gli effetti.
La motivazione del Nobel ha rilevato che in Ishiguro "i temi della narrazione più frequenti sono il ricordo, il tempo, la disillusione. Attraverso romanzi di estrema potenza emozionale lo scrittore svela l'abisso nascosto sotto l'illusorio senso di benessere del mondo".
"E' un incommensurabile onore, principalmente perché questo premio significa che sto seguendo le orme dei più grandi autori del passato", ha dichiarato lo scrittore alla BBC nel momento in cui ha ricevuto la notizia.
Tra i suoi personaggi uno particolarmente ci è scolpito nella memoria: chi non ricorda il maggiordomo Stevens di Quel che resta del giorno, la sua estrema dignità, il suo penetrante senso del dovere? E chi non ha condiviso almeno per un attimo la sua nostalgia per quello che nella sua propria vita sarebbe potuto essere e non è stato?
"Il fatto è che io ho dato a lord Darlington tutto ciò che avevo di meglio. Gli ho dato assolutamente tutto ciò che avevo di meglio e adesso, eh, adesso mi accordo che non mi resta più tanto da donare" riflette il vecchio Stevens e conclude "Gli anni che mi restano da vivere si stendono davanti a me come un immenso deserto".
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