sabato 4 giugno 2016

Costituzione! Perché attuarla è meglio che cambiarla, di Salvatore Settis

"... la costituzionalista Lorenza Carlassare ha espresso un pensiero radicale: le stesse leggi di bilancio dello Stato dovrebbero essere approvate guardando alla loro coerenza con il programma costituzionale. Se un tale principio fosse applicato, a nessun Parlamento verrebbe in mente di finanziare guerre, privatizzazioni, mastodontiche e inutili opere che distruggono il paesaggio a beneficio di pochi, perché sarebbe ritenuto incostituzionale. Viceversa, il rafforzamento della scuola e della sanità pubblica, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico, la tutela del suolo e delle acque, il diritto a un lavoro e a un salario degnamente retribuito, la redistribuzione della ricchezza a vantaggio delle fasce sociali più deboli, la pianificazione di opere pubbliche realmente utili e compatibili con la fisionomia dei territori, la promozione della ricerca scientifica e umanistica e, in generale, di una cultura tanto eccellente quanto diffusa, sarebbero tra i compiti primari di ogni legislatura" (p. 243).
L'ambizioso e doveroso progetto illustrato dalla Carlassarre è in fase di rottamazione, sostiene Settis in questo suo recentissimo libro, e non da adesso ma fin dalla riforma del 2005 (Berlusconi - Bossi) - poi bocciata dal referendum popolare del 2006 - e della quale l'attuale (2016) riprende le caratteristiche.
Questo saggio non nasce principalmente dalla contingenza del referendum che si terrà nel prossimo ottobre, ma ha una genesi più antica; raccoglie infatti alcuni dei molti interventi pubblici che l'autore ha tenuto in anni recenti su temi costituzionali, ed esce grazie alla cura editoriale di Anna Fava. Il libro si struttura in trentasei capitoli che, partendo dal dettato costituzionale, trattano di numerosi e urgenti temi del vivere civile nella Repubblica: economia e tutela del patrimonio culturale, diritti civili e consumo di suolo, prepotenza dei mercati e patrimonio pubblico, partecipazione politica dei cittadini e bugie sulle riforme, scuola e cultura fondamentali beni comuni. Ogni capitolo meriterebbe una recensione e un commento propri. Ci soffermiamo un poco sul capitolo trentasei che legge il testo della Costituzione vigente dal punto di vista "della dignità più alta che il nostro ordinamento preveda, quella di cittadino" (p. 217). A margine nel capitolo sono indicati sostantivi ed espressioni fondamentali nella Carta: da "bene comune", espressione che non c'è nel testo, ma ispirazione che lo impronta per intero, a "popolo", titolare della sovranità; da "cittadino", titolare di diritti inviolabili e di precisi doveri, a "lavoro", fonte di sostentamento e condivisione di responsabilità; da "solidarietà", pilastro dello sviluppo economico, a "cultura", fonte dello sviluppo della personalità degli individui e del progresso della società; ad ambiente a proprietà, a sovranità.


Segue un intervento di Anna Fava, "Difesa dei diritti, difesa della Costituzione", e conclude il libro un'appendice fondamentale che offre al lettore il testo della Costituzione del 1948 affiancato dal testo delle riforme fin qui apportate, compreso quello della riforma attualmente in atto (Renzi - Boschi), la più ampia che sia mai stata fatta, modificando ben 47 articoli della Carta (pag. 291 - 314).     
Il libro è senz'altro da leggere, e con attenzione, con devozione, forse, perché "mentre cala la notte della democrazia, meglio vederci chiaro che lasciarsi accecare", come afferma Settis in conclusione del paragrafo "Gufi e corvi".

Salvatore Settis, Costituzione! Perché attuarla è meglio che cambiarla, a cura di Anna Fava, Einaudi 2016

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