domenica 8 novembre 2015

Dio e il suo destino, di Vito Mancuso

 
 
Sarà in libreria il 12 novembre Dio e il suo destino di Vito Mancuso, ma ieri a Borgomanero, nel corso di un incontro organizzato dalla Fondazione Marazza se ne è parlato in anteprima alla presenza dell'autore, introdotto dal novarese Giannino Piana.
Apriamo il libro e leggiamo due dediche: "A chi ha perso Dio a causa di Deus" e "alla memoria di don Andrea Gallo che credeva in un Dio antifascista". Sono dediche e già vi è presente l'assunto del volume (463 pagine), che si apre con un breve capitolo intitolato "Personaggi principali". Chi sono costoro? Dio, la forza buona dell'essere; Deus, l'archetipo del divino nella mentalità occidentale, forza e onnipotenza; il Destino, svelamento della verità delle cose; Trinitas, la "più veritiera e la più attuale interpretazione di Dio, la prospettiva su cui camminare per rendere ragione della verità globale dell'essere e dell'esperienza umana" (pp. 13, 14).
La tesi che l'autore sostiene è che, se l'immagine di Dio non sarà liberata dalle prerogative del Deus, il suo declino, già iniziato nella mente e nel cuore degli esseri umani, anche tra molti di quelli "di buona volontà", sarà definitivo. La lontananza di questa concezione di Dio - Deus dal mondo e dall'esperienza di coloro che vivono su questa terra verrà percepita come incolmabile.
Possono la riflessione teologica - e la pratica di fede - subire questo scacco? Certo che no, afferma Mancuso, perché "in gioco non c'è l'esistenza di un essere misterioso là in alto, ma il senso dell'essere qui in basso". Il Dio del quale parlano la Chiesa cattolica e le altre religioni del mondo, tornerà ad essere orizzonte e luce della fede degli umani, solo se verrà definito (e comunicato) come speranza sotto forma di pensiero, idea del bene e libertà autentica e profonda.
"Il risultato a cui sono giunto è che il vero nemico dell'idea di Dio in Occidente non è l'ateismo, non è il relativismo, non è nessuna delle minacce di cui parlano spesso gli uomini di Chiesa: è invece l'idea di Dio prodotta nei secoli dal potere religioso e depositata nella cosiddetta dottrina, a protezione della quale vennero collocati una serie di fossati e fili spinati detti anatemi e scomuniche, senza esitare a togliere violentemente la vita a tutti coloro che la contestavano e che non potevano essere vinti con la limpida verità delle argomentazioni" (p. 29).
Il saggio è variegato e profondo, si muove tra teologia, filosofia, letteratura, scienza e conta dieci capitoli (Dichiarazione d'intenti e descrizione del protagonista; Perché ne abbiamo ancora bisogno; Deus: la sua identità nella Bibbia ebraica; Il Nuovo Testamento e il suo Dio; Sorgere dell'eresia; Il Dio della dottrina; L'aporia manifesta; Elementi per una nuova immagine di Dio; Questioni di stile). Conclude la trattazione una ricca e preziosa "guida bibliografica".
Un libro che sicuramente si farà leggere (e rileggere), che farà scoprire, riflettere, sperare, come si addice a tutte le opere autentiche, appassionate e per nulla effimere.
 
 
Vito Mancuso, Dio e il suo destino, Garzanti 2015

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho ovviamente ancora letto il libro, ma so potrà dare vigore alla mia speranza, come tutti gli scritti di Vito

Eleonora Bellini ha detto...

Buona lettura, forte e profonda lettura.