mercoledì 20 novembre 2013

Anna Politkovskaja, di Francesco Matteuzzi ed Elisabetta Benfatto


"Io vedo tutto, questo è il mio problema". Si apre con la citazione di consapevoli e, alla luce di quello che di lei avvenne, anche tragiche parole di Anna Politkovskaja questo fumetto che propone momenti fondamentali dell'attività della giornalista russa, nata nel 1958 a New York da due diplomatici sovietici che lavoravano all'ONU. La sua carriera giornalistica si svolse tutta nella patria d'origine e il suo imperativo categorico fu all'insegna della convinzione che "il giornalista deve dire ciò che vede", la verità dei fatti. Fortemente critica verso il regime di Putin, Anna Politkovskaja fu più volte in Cecenia per documentare le violenze e le violazioni dei diritti umani, la tragedia di un popolo. Fu in prima fila, come mediatrice, al momento dell'irruzione di 42 terroristi al teatro DUBROVKA di Mosca (23 ottobre 2002), che poi si concluse tragicamente a causa di un'azione di forza dei servizi segreti russi. Corse a Beslan il giorno in cui la scuola elementare venne presa in ostaggio da un gruppo terroristico (1 settembre 2004), ma non vi arrivò, perché fu avvelenata in aereo. Si riprese tuttavia e continuò la sua attività con la consueta passione. Fu assassinata il 7 ottobre 2006, giorno del cinquantaquattresimo compleanno di Putin, nell'androne del suo palazzo.
Questa sua coinvolgente storia a fumetti è corredata da una cronologia della vita della giornalista, da testimonianze di Andrea Riscassi e di Ottavia Piccolo, da un'intervista di Francesco Matteuzzi a Paolo Serbandini, giornalista e sceneggiatore esperto di cose russe, che ebbe contatti con la Politkovskaja.
 
 Francesco Matteuzzi ed Elisabetta Benfatto, Anna Politkovskaja, Becco Giallo 2010
 

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