Tra la fine di maggio e quella di giugno del 1982, Julio Cortázar e Carol Dunlop realizzarono un viaggio che avevano da lungo tempo programmato. Un viaggio in autostrada da Parigi a Marsiglia: ottocento chilometri da consumare pian piano, da vivere nelle aree di sosta, da annotare minuziosamente, da assaporare come moderni esploratori, capaci di interpretare e di vivere a fondo quel nastro anonimo che è, per tutti i viaggiaotori “comuni”, l’autostrada.
Questo libro è il racconto a due voci di quel viaggio. Carol, chiamata anche l’Orsetta e Julio, chiamato anche il Lupo, annotano ogni momento della giornata, dalla colazione del mattino alla cena serale, alla temperatura, alle caratteristiche di ogni area di sosta, ai rari incontri con altri viaggiatori o con piccoli animali. I due scrittori viaggiano su un pulmino Volkswagen che chiamano Fafner, come il drago Wagneriano de L’anello del Nibelungo. Mezzo di trasporto e rifugio, animale da compagnia e testimone d’amore, il drago è elemento fondamentale nel racconto di un viaggio nel quale l’avventura è venata di malinconia: entrambi i protagonisti sono malati. Carol il 2 novembre dello stesso anno 1982 “è scivolata via come un filo d’acqua” dalle braccia di Julio che la assisteva. Julio vivrà ancora due anni e partirà per il suo ultimo viaggio da Parigi il 12 febbraio 1984.
Questo libro è il racconto a due voci di quel viaggio. Carol, chiamata anche l’Orsetta e Julio, chiamato anche il Lupo, annotano ogni momento della giornata, dalla colazione del mattino alla cena serale, alla temperatura, alle caratteristiche di ogni area di sosta, ai rari incontri con altri viaggiatori o con piccoli animali. I due scrittori viaggiano su un pulmino Volkswagen che chiamano Fafner, come il drago Wagneriano de L’anello del Nibelungo. Mezzo di trasporto e rifugio, animale da compagnia e testimone d’amore, il drago è elemento fondamentale nel racconto di un viaggio nel quale l’avventura è venata di malinconia: entrambi i protagonisti sono malati. Carol il 2 novembre dello stesso anno 1982 “è scivolata via come un filo d’acqua” dalle braccia di Julio che la assisteva. Julio vivrà ancora due anni e partirà per il suo ultimo viaggio da Parigi il 12 febbraio 1984.
Non pensate però di leggere un libro triste, perché non lo è. E’ ricco di immaginazione, di annotazioni sul tempo, lo spazio, i panorami talvolta solo intravisti, il traffico. E’ il racconto di una vera avventura, insomma, e non è privo di umorismo. Lo corredano poi molte fotografie e molti disegni (di Stéphan Hébert).
Nessun commento:
Posta un commento