venerdì 6 maggio 2011

Il libro selvaggio, di Juan Villoro

"Il lettore migliore non è quello che legge più libri, ma colui che trova più cose in quello che legge"

Possiamo considerare questa frase, presente già in copertina, l'assunto principale del romanzo, tutto giocato dentro una biblioteca immensa e strana, frutto del collezionismo librario di un personaggio alquanto bizzarro, lo zio Tito. Zio di chi? Di Juan, ragazzino un po' goffo che, in seguito alla separazione dei genitori, dovrà trascorrere un'estate con lui. Tito è alla ricerca, da anni, di un libro che gli sfugge, il libro selvaggio, appunto. E', questo, un libro speciale, che si lascia trovare solo da lettori altrettanto speciali e Tito è convinto che proprio Juanito, suo nipote, possieda tale qualità. Juanito, secondo Tito, appartiene ad una specie rara: è un lettore princeps. La ricerca è lunga e non priva di ostacoli, perché i libri sono vivi, si nascondono ai tuoi occhi o ti vengono incontro; perché i libri sono mutevoli: narrano a lettori diversi storie diverse...

Alcune citazioni:
"Una biblioteca non deve essere letta da cima a fondo, ma consultata. I libri sono qui per ogni evenienza" p. 38
"I libri si muovono da soli, ti cercano o ti sfuggono" p. 35
"La differenza tra un presuntuoso e un saggio è che il presuntuoso apprezza solo quello che già sa e il saggio cerca quel che ancora non conosce" p.38
"Ogni libro è come uno specchio: riflette quello che pensi. Non è la stessa cosa se lo legge un eroe o se lo legge un cattivo. I grandi lettori aggiungono qualcosa ai libri, li rendono migliori" p. 68

                       .... e così via, fino alla fine della storia.

Jaun Villoro è uno scrittore e giornalista messicano (cfr. http://es.wikipedia.org/wiki/Juan_Villoro)

Juan Villoro, Il libro selvaggio, Salani 2010

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