Cinecittà fu inaugurata nell'aprile del 1937. Solo sei anni dopo, nel 1943, fu occupata dai nazisti e colpita dai bombardamenti alleati. Metà dei teatri di posa furono distrutti. Quando un anno dopo, nell'ottobre 1944, l'area fu requisita dalle organizzazioni internazionali per gli aiuti ai rifugiati. in quel tempio del cinematografo e della creatività trovarono asilo alcune migliaia di rifugiati sia italiani che stranieri, tra i quali molte bambine e bambini. Le loro condizioni di vita erano difficili: il cibo scarseggiava, l'acqua pure, le condizioni igieniche erano precarie e le malattie diffuse. Altea Villa ambienta in questo scenario storico il suo romanzo narrandoci le vicende di un gruppetto di bambini che, pur nelle povere e precarie condizioni di vita del campo, scoprono le meraviglie della recitazione, del teatro e del cinema trasformandosi in attori, sceneggiatori e coreografi. Ines, Bambina, Ermete e Simone, ciascuno con il suo carico di dolore, scoprono le reciproche affinità, il valore della cooperazione e, soprattutto, "La tempesta" di Shakespeare, un'ancora di bellezza e di salvezza nella desolazione quotidiana.
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Altea Villa, La compagnia di Cinecittà, Edizioni San Paolo 2024 |
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