domenica 24 dicembre 2017

Un incontro, una canzone, la speranza

La tentazione di parafrasare il titolo di un mitico libro di Mario Lodi, "C'è speranza se questo accade al Vho" è grande. Perchè la bandiera della speranza non conosce barriera, non si arrende al vento, non si affloscia alla tempesta. E perché, come ogni anno, l'incontro di un giorno, il festival Scampia Storytelling, promosso da ICWA, lascia tracce profonde e si prolunga nel ricordo e nell'impegno. Così ha raccontatoun momento dell'edizione di quest'anno, Stefano Panzarasa, musicista e animatore culturale, sulla sua pagine facebook.

LA CANZONE PER GANDHI

Una bella occasione per me, un giorno da cantautore. Tempo fa l’invito dell’amica poetessa Eleonora Bellini di accompagnarla a presentare il suo ultimo libro su Gandhi in una scuola media di Scampia (Napoli), nell’ambito del Festival letterario “Scampia Storytelling”, organizzato dall’Associazione Italiana Scrittori per Ragazzi (ICWA), coordinato da Tiziana Bruno. In questo festival autori e autrici di letteratura per ragazzi e ragazze sono invitati a presentare le loro opere nelle scuole medie ed elementari del famoso e problematico quartiere napoletano.
Ci organizziamo e partiamo, incontrandoci giovedì sera sul treno per Napoli e la mattina seguente, poco dopo l’alba, per raggiungere Scampia con tutta un’intera tratta di metro. Con noi una decina di persone, tutti gli autori e le autrici partecipanti al festival. Un’ora di metro e di gallerie e infine Scampia, strade larghe, luminosità, grandi palazzi, le famose “vele”, segnali di dissesto urbano qua e là. Andiamo a piedi, il tempo è bello, ma io ho uno zaino, la chitarra e una valigia con i miei libri, camminare di solito mi piace, ma così carico non è che sia proprio agevole…
Infine arriviamo alla scuola elementare, bella e colorata. La giovane preside ci accoglie con molta cordialità e poi ci porta in giro per un saluto collettivo alla sua scuola. Le classi sono luminose e moderne, sembrano ambienti di una scuola Montessori, tutte le LIM (lavagne interattive multimediali) funzionanti, bambini e bambine simpatiche e bravi insegnanti. In una classe cantano per noi la canzone della scuola, la Scuola senza Zaino, e io allora regalo alla preside per tutti il mio libro su Gianni Rodari, per me un vero ecopacifista ante litteram, corredata dal cd con le canzoni che ho composto sulle sue filastrocche. Alcuni del gruppo si fermano lì, invece Eleonora e altre autrici sono attese alla scuola media Pertini. Questa volta si va in macchina, altro giro per il quartiere e stavolta l’arrivo alla scuola si presenta molto diverso. Triste edificio, inferriate, grate alle finestre, persino all’interno. Pare prima fosse un centro di raccolta per terremotati, ora è una scuola molto disadorna. Cosa e chi ci aspetterà?
Il personale ci accompagna in una classe affollata di alunni e alunne e subito dopo ne arriva un’altra intera, quindi invece di due incontri ne faremo uno solo con ragazzi e ragazze di terza media (le classi G e N). Di solito unendo due classi la confusione è assicurata, io spero almeno in una confusione creativa…
Ci presentiamo, Eleonora Bellini, poetessa e autrice di “L’elefante e la formica”, io cantautore romano. In questi casi l’imprinting iniziale è molto importante. Io non dico nulla e mi dedico ad accordare la chitarra, Eleonora si presenta e comincia tranquillamente a parlare del suo racconto, leggendo anche alcuni brani, in cui, con un bell’artificio letterario, si viene a conoscere la storia di Gandhi e della non violenza, a partire da varie lettere scritte su di lui per ravvivarne la memoria.
Eleonora parla e legge in modo calmo e l’attenzione è raggiunta (in questi casi con tante persone nella classe è quasi un miracolo), ogni tanto interloquisce con alunni e alunne che pongono domande e fanno belle riflessioni…
Ora tocca a me attaccare una canzone; seguendo un’idea del momento chiedo ad Eleonora di raccontare la storia della “Marcia del sale” che Gandhi attuò come opposizione non-violenta agli inglesi che utilizzavano il prezioso sale indiano esclusivamente per i loro commerci lasciandone prive le popolazioni locali. Dopo la bella storia posso quindi eseguire una mia ballata rock dal testo di Gianni Rodari “Il cielo è di tutti”:
https://www.youtube.com/watch?v=JMZJzp7Nq3k&feature=youtu.be (eseguita alcuni annifa con il gruppo Insalata Sbagliata dedicato a Gianni Rodari che avevo all’epoca).
Poi Eleonora racconta dell’impegno di Gandhi a favore dell’eliminazione delle caste e della parità dei diritti del popolo indiano e io mi aggancio subito dopo cantando un’altra filastrocca di Gianni Rodari, “Lo zampognaro”, un po’ sullo stile musicale di Edoardo Bennato, dove si parla di una società diversa dove tutti hanno diritto di dire la loro, persino gli animali…
https://www.youtube.com/watch?v=Zv7MuqqcAZQ (sempre con Insalata Sbagliata questa volta in un nostro concerto).
Poi l’incontro prosegue con la presentazione di una poesia sui migranti, argomento tristemente molto di attualità, scritta da Eleonora che io ho musicato e canto, “La filastrocca dello zio Tano” (per ora inedita).
A questo punto, mancano circa tre quarti d’ora alla fine dell’intervento, cosa fare? Ormai è un bel po’ di tempo che abbiamo iniziato e le due classi cominciano ad agitarsi. Per riprendere in mano la situazione propongo ad Eleonora di cercare di creare sul momento un testo poetico su Gandhi insieme ad alunni e alunne, poi io potrei musicarlo, potremo cantarlo tutti insieme e fare persino un video. Sembra un’impresa quasi impossibile e rischiosa, ma ad Eleonora l’idea piace molto, così decidiamo per una rima sempre uguale,. Creeremo due strofe e un ritornello.
Eleonora scrive alla lavagna il primo verso e poi proviamo ad andare avanti lasciando la parola ai ragazzi.
In poco tempo arrivano i primi versi in rima, “Nessuna paura tanto coraggio/Lui come uomo era molto saggio/Guidava il suo popolo in ogni passaggio”. Evidentemente “il gioco” poetico-musicale risulta intrigante e piace, forse anche perché nel frattempo cantando i primi versi, io faccio sentire quale potrebbe essere la canzone, molto ritmata, allegra, una specie di filastrocca rock…
E così, verso dopo verso, le strofe sono terminate. Infine, trovato il motivo del ritornello, io eseguo tutta la canzone. Il testo qua e là zoppica un po’, ma sono convinto che la canzone funzioni e quindi si può andare avanti, e poi, anche volendo, non c’è tempo per raffinatezze…

LA CANZONE PER GANDHI

Nessuna paura tanto coraggio
Lui come uomo era molto saggio,
Guidava il suo popolo in ogni passaggio.
Di sale, sul mare, fecero assaggio
Dopo chilometri di lungo viaggio
Donando fiori e rose di maggio.

Nessuna paura tanto coraggio
Lui come uomo era molto saggio.

Aveva la forza della verità
Al suo popolo donò la libertà
In un percorso di tanta felicità
Lavorando con grande volontà
Affermando tra gli uomini la parità.

Nessuna paura tanto coraggio
Lui come uomo era molto saggio.

Abbiamo ancora una ventina di minuti e quindi ora provo a cantare con i ragazzi e ragazze. Leggono il testo alla lavagna, ma la voce non si sente, evidentemente sono un po’ imbarazzati, anche perché nel frattempo ho chiesto ad Eleonora di provare a fare delle riprese con la mia macchina fotografica (che in questi casi di video-di frontiera se la cava abbastanza bene).
Dopo un po’ di prove, un po' forzando la situazione, ma vedo e sento che tutti mi vengono dietro ed Eleonora ha capito bene come fare, la ripresa può cominciare… La CANZONE PER GANDHI è pronta, canteremo un testo che parla di un uomo speciale, della libertà, dell’uguaglianza dei diritti e, ovviamente, della non-violenza.
Ci vuole un bel po’ di energia per trascinare un gruppo di decine di adolescenti a cantare in coro…
Il testo però l’hanno scritto loro, la musica (l’ho creata con cura) è sufficientemente trascinante e poi probabilmente vedere il mio impegno, il fatto che credo in quello che sto facendo e in loro, dà lo stimolo giusto.
E così miracolosamente e proprio allo scadere del tempo a disposizione, il video è terminato con la speranza che Eleonora abbia fatto una ripresa decente. E fortunatamente ci è riuscita, anche se l’audio è molto disturbato dal microfono, andato in saturazione. Siamo comunque tutti contenti del risultato.
Ed Eleonora conclude con queste parole: "Scampia è la più grande piazza di spaccio italiana, si dice. Ma è anche una "piccola città" nella quale molti vivono e agiscono per il bene comune. Nelle associazioni magari, nelle scuole di certo. Qui insegnanti e alunni fanno un passo in più per credere nel futuro. E non è poco". 

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