"Pietro amava suo nonno. Amava gli occhi celesti, miti, offuscati da un velo acquoreo impercettibile sempre sul punto di disfarsi; le macchie brune sul dorso delle mani e sulle tempie; i capelli grigi, morbidi, accompagnati oltre la fronte dal pettine imbevuto in due gocce d'acqua. Amava il profumo di carta e di libri che si respirava nella sua stanza. Amava la sagoma di legno sulla quale appendeva la giacca prima di infilarsi il golf; la luce bassa del tavolo sul quale campeggiava la fotografia della nonna che non aveva conosciuto; il profumo e il calore del golf; la protezione delle sue braccia" (p. 14).
"- Io ti amo - disse Pietro tra sé e sé. Amava i suoi occhi trasparenti, verdi adesso come le chiome lontane dei pini; il suo profilo, misteriosamente infantile e adulto; la macchia di lucido sulla calza; la piega della gonna in grembo; il profumo del burro di cacao; come aveva detto, chinando il viso: - Lo so -. Quindi, le prese la mano.
- Io - disse - vorrei scrivere un libro bellissimo -.
Lei non replicò.
- Un libro - proseguì da solo, dunque - nel quale ci deve essere tutto -. [...]
- Se in un libro - disse Pietro sciogliendo le dita - uno non ci mette tutto quello che ha dentro, tutto quello che pensa, è inutile farlo...-" (109-110).
Bello, vero, questo romanzo di Montefoschi, nel quale gli eventi si avvicendano mescolati alle più minute azioni quotidiane, consueti e speciali come nella vita, in ogni vita; dove la città, Roma, le sue luci, i suoi colori, i suoi profumi si susseguono nelle stagioni dell'anno e nelle storie dei protagonisti, familiari ed indelebili; dove l'amore può possedere e vivificare, ma anche sconvolgere e perdere. Pietro, il protagonista principale, porta con sé, attraverso tutta la vita, la presenza del suo amore: Laura, una contraddittoria ragazza dagli occhi verdi, ritrovata poi donna e infine perduta. Quando ne conoscerà la figlia, uguale negli occhi e nella voce, stupore e dolore, attrazione e fuga non gli lasceranno scampo.
G. Montefoschi, Le due ragazze con gli occhi verdi, Rizzoli
Grazie a Corrado Augias per avere segnalato il libro nella trasmissione "Le storie"