mercoledì 26 febbraio 2025

Io, mio figlio e la musica, di Remo Vinciguerra

Ventisette sono i capitoli di quest’opera arguta, documentata e allegra insieme. Ricco di notizie, il libro non abbandona mai il tono semplice e accattivante con cui illustra la storia della musica, le creazioni dei più celebri compositori, la diffusione della musica tra il pubblico attraverso i secoli e fino ai nostri giorni. Io, mio figlio e la musica, uscito postumo, può essere considerato uno dei capolavori di Remo Vinciguerra (1956-2022), per la sua capacità di esporre temi importanti e profondi con rigore, ma anche con spontaneità e chiarezza esemplari. Vinciguerra è stato pianista e compositore di vaglia ed esperto di didattica pianistica in stile jazzistico e moderno. Autore di un vasto repertorio di opere dedicate al pianoforte, è stato molto amato dai suoi studenti e dai giovani in generale ai quali sapeva proporre realtà sonore sempre nuove, spaziando dalla classicità e dalle opere dei più grandi maestri del passato fino alla più recente attualità. In appendice al nostro libro, una playlist di 55 titoli accessibile mediante QR Code invita all’ascolto di tutti i brani citati nel testo. 

La recensione completa si legge su Mangialibri al link Io, mio figlio e la musica | Mangialibri dal 2005 mai una dieta

Remo Vinciguerra, Io, mio figlio e la musica, Curci Editore 2022


sabato 15 febbraio 2025

La bambina che ascoltava gli alberi, di Natasha Farrant

In una valle segreta sorge una casa antica e illustre, famosa per gli alberi che crescono nel suo immenso parco: faggi, olmi, meli, tigli, querce, noccioli e bossi diffondono ovunque ombra e bellezza. In quella villa e in quel parco vive con la sua famiglia Olive, una bambina di undici anni con due codini e con un paio di occhiali che spesso le scivolano sul naso. Olive è intelligente, gentile e anche terribilmente timida. La sua migliore amica è una quercia antica, una monumentale pianta di più di quattrocento anni. Olive che, a causa della timidezza, non riesce a parlare con nessuno né a rispondere a chi la interpella, trascorre la maggior parte del suo tempo ai piedi della quercia amica e le parla a lungo, le racconta tutto di sé. Quando la bambina è triste, quella grande pianta la consola cullandola sui suoi rami, quando è allegra le foglie frusciano forte come se ridessero. Una mattina di primavera, metre la famiglia è radunata per la colazione, il papà di Olive annuncia la sua intenzione di costruire una nuova casa nel parco, una casa estiva destinata alle feste e ai picnic. Non sarebbe la prima volta che i progetti del papà causano caos e distruzione e anche questa nuova decisione suscita qualche timore: il luogo in cui sorgerà la nuova casa, infatti, è proprio quello in cui c'è la quercia amica di Olive. La bambina, allora, trova il coraggio di difendere quell'albero centenario tenendo testa al padre. Sorpreso, quest'ultimo le concede sette ore per trovare una soluzione diversa, più emozionante della casa per le vacanze. Se Olive ci riuscirà, il papà non abbatterà la quercia.

Suggestiva e coinvolgente è la storia di cui è protagonista la piccola Olive, divenuta coraggiosa per difendere la sua amica quercia. Il racconto, pur se fantastico, ci ricorda con efficacia l'importanza degli alberi, fondamentali per la nostra vita e quella di tutta la Terra.

Natasha Farrant, La bambina che ascoltava gli alberi, Piemme 2022, traduzione di Clare Stringer, illustrazioni di Lydia Corry

giovedì 13 febbraio 2025

Non tutto il mare è perduto, di Giuseppe Ungherese


Giuseppe Ungherese, laureato in scienze naturali e dottore di ricerca in ecologia, nel 2015 inizia a collaborare con Greenpeace occupandosi di microplastiche e di altri inquinanti delle acque marine, sostanze pericolose per la salute dell’uomo e per tutti gli esseri viventi. Non tutto il mare è perduto illustra chiaramente la situazione delle acque e dei fondali marini, spaziando anche nella storia e nei miti più noti e suggestivi che hanno contribuito al fascino e alla conoscenza delle nostre coste, oggi seriamente minacciate dall’inquinamento, come documentano studi approfonditi di diverse università. Eppure nel titolo del libro si intravvede anche un barlume di speranza, come afferma l’autore stesso nelle ultime frasi del saggio: “Per la nostra Terra e il nostro mare (il più grande ecosistema planetario), con le loro straordinarie bellezze e le magnifiche creature che li popolano, non tutto è perduto. Possiamo ancora salvarli, per il benessere di tutti gli esseri viventi e per permettere la prosperità delle future generazioni. Ma dobbiamo farlo subito, a partire da adesso. Non c’è un secondo da perdere”.

Giuseppe Ungherese, Non tutto il mare è perduto, Casti Editore 2022

sabato 8 febbraio 2025

La tua migliore amica Anne, di Jacqueline Van Maarsen

"Finisco di leggere il libro e scrivo una lettera al signor Frank per ringraziarlo. In realtà non penso che il diario di Anne verrà letto da molte persone. Chi può avere ancora voglia di leggere sulla guerra? Tutti sono contenti che sia finita. Ma per fargli un piacere in fondo alla lettera scrivo: forse il libro di Anne un giorno diventerà famoso!" 

Così scrive Jacqueline al padre di Anne Frank per ringraziarlo di averle donato una copia a stampa del diario della sua migliore amica. Jacqueline ha vissuto una vita serena e agiata ad Amsterdam, con la mamma di origine francese, il papà e la sorella maggiore Cricri. Finché il 30 gennaio 1935, nel gioioso pomeriggio della festa per il suo compleanno, Jacqueline sente che il suo papà, parlando con quello di Inge, pronuncia parole come "nazismo", "antisemitismo", "ebrei" e aggiunge che in Germania gli ebrei non sono sicuri. A scuola proprio in questo periodo cominciano ad arrivare, sempre più numerose, nuove compagne in fuga. E dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, quando l'Olanda viene invasa dalle truppe naziste, anche la tranquilla e operosa Amsterdam non è più sicura. Il papà di Jacqueline è ebreo, perciò anche lei deve portare la stella gialla e può frequentare solo la scuola ebraica. 

Ed è proprio al liceo ebraico che conosce Anne Frank. Tra loro nascono subito una profonda simpatia e una grande intesa, tanto che le due ragazzine diventano inseparabili e si definiscono "migliori amiche". All'improvviso, però, Anne e la sua famiglia scompaiono. Si crede che si siano rifugiati a casa di parenti nella neutrale Svizzera, ma non arriva più nessuna notizia e il silenzio cala su di loro. Solo al termine della guerra Jacqueline conoscerà il tragico destino di Anne e riceverà la lettera di addio che la sua amica ha scritto per lei: "... ti scrivo questa lettera per dirti addio, ti stupirai probabilmente, ma il destino non ha voluto altrimenti per me, devo andare via con la mia famiglia, i motivi li sai bene anche tu". 

Jacqueline van Maarsen, presente nel diario di Anne Frank con lo pseudonimo di Jopie, ha raccontato, dopo un lunghissimo silenzio, la storia della loro amicizia, le loro conversazioni, i sogni e i propositi per il futuro. Questo libro presenta la versione dell'opera scritta dall'autrice per i tanti ragazzi che ha incontrato rendendo la sua testimonianza in giro per il mondo. 

J. Van Maarsen, La tua migliore amica Anne, San Paolo 2022,
traduzione di Anna Patrucco Becchi


mercoledì 22 gennaio 2025

Il ponte dell'impiccato, di Corrado Peli

Il ponte dell’impiccato completa e conclude la storia narrata nel precedente volume La maledizione di Fossosecco. I due romanzi insieme costituiscono la serie La balotta dei Tramonti. Il termine balotta, tipicamente e pressoché esclusivamente bolognese, indica una molteplicità di persone aggregate insieme in uno stesso luogo, un gruppo omogeneo, insomma. E determinato e coeso, salvo qualche baruffa passeggera, è appunto il gruppo costituito da Marco, Stefano, Andrea, Lucia e Mirella. Il romanzo è introdotto da un’ampia narrazione dei fatti narrati nel primo volume. Spiega l’autore: “Se hai letto La maledizione di Fossosecco, questo riassunto ti sarà utile per rientrare nella storia, se non l’hai letto, queste righe ti aiuteranno a capire a che punto della storia siamo arrivati”. La storia certamente attirerà ragazzi e giovani adulti, ma potrebbe piacere anche a tutti coloro che, a qualsiasi età, amano leggere storie di fantasmi e calarsi nel buio dei misteri. L’atmosfera in cui si svolge la vicenda, dall’antivigilia di Natale fino al giorno di san Valentino, è abilmente studiata e descritta. L’ambiente è quello di un piccolo paese della pianura padana, con i suoi personaggi in vista, con i semplici cittadini di tempra orgogliosa intelligente e arguta, con la vita che scorre tra abitudini consolidate, saluti consueti, silenzi eloquenti. E tuttavia, dietro questa apparente calma si nascondono la violenza, il mistero e il male. 

La recensione completa si legge su Mangialibri al link Il ponte dell’impiccato | Mangialibri dal 2005 mai una dieta

Corrado Peli, Il ponte dell'impiccato, Fanucci 2024

sabato 18 gennaio 2025

Tempesta Matteotti, di Luisa Mattia

« ... avevo in mente una storia che si svolgesse negli ultimi mesi della vita di Matteotti fino alla sua morte, con al suo interno, accanto ai protagonisti realmente esistiti, Giacomo Matteotti e sua moglie Velia, personaggi di fantasia come Cesira, la giovane domestica e Augusto, il garzone di Remo, il fornaio di casa Matteotti, che in un primo momento si fa affascinare dalla rozza propaganda fascista. [...] L’idea era quella di scrivere un libro su Matteotti che arrivasse al cuore dei ragazzi, che stimolasse i loro pensieri, che facesse accadere qualcosa dentro di loro» così Luisa Mattia narra in una intervista a LEFT dei 5 agosto scorso la genesi e l'intento di "Tempesta Matteotti", romanzo dedicato a Giacomo Matteotti nel centenario del suo assassinio di cui Mussolini, in un celebre discorso, si assunse, lui "solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto".

Luisa Mattia si sofferma sulle consuetudini della vita domestica di Matteotti, sulla delicata tenerezza del rapporto con la moglie, sull'affettuosa giocosità del tempo che dedica ai suoi bambini, sul suo senso del dovere e sulla fermezza con cui, senza mai farsi intimorire, si dedica al proprio lavoro di deputato socialista. "Tempesta" era definito Matteotti dai compagni di partito, per il suo coraggio e per la sua indomita e forte determinazione nel difendere le proprie idee e il popolo che rappresentava in parlamento. Giusto e forte, ma anche delicato e gentile egli appare alla giovanissima domestica Cesira, che partecipa alla vita familiare di Giacomo e di Velia e che guarda alla coppia con sconfinata ammirazione. Così Cesira non può non paragonare Augusto, il suo corteggiatore, il garzone del fornaio goffo e analfabeta, brusco e rude nel corteggiamento, al dottor Giacomo, uomo forte e coraggioso, ma mai violento.

I tempi sono duri e crudeli, le milizie del duce, rozze e millantatrici, si fanno sempre più aggressive e violente. Il 10 giugno 1944 Matteotti viene rapito, manganellato e ucciso; il suo corpo, abbandonato in campagna, sarà ritrovato solo due mesi dopo.

Raccontare ai ragazzi questa vicenda con il suo tragico epilogo significa raccontare, personificandole e dando loro un volto, un nome, dei sentimenti che cosa sono la democrazia e la libertà: non vuoti nomi, ma ideali tradotti, giorno per giorno, in scelte e azioni concrete. Suggestivo e toccante il capitolo "Sono morto un attimo fa" in cui Giacomo, ormai privo di vita, descrive la sua morte, le azioni dei suoi assassini, pensa con struggente nostalgia a Velia e ai bambini: "non avranno altre fiabe da me, né Velia i miei baci". Questo romanzo, opera di fiction con salde radici storiche, offre ai giovanissimi lettori un percorso sulla strada della storia. Percorso essenziale perché "chi non conosce la storia è destinato a ripeterla", come sta scritto in trenta lingue sul monumento all'ingresso del campo di concentramento di Dachau.


Luisa Mattia, Tempesta Matteotti, Lapis 2024



sabato 11 gennaio 2025

Topittori in edicola, social media judgments e utilizzatori finali, i bambini lettori

Dal 27 dicembre 2024 e per quaranta settimane sono in edicola, insieme alla Gazzetta dello Sport e al Corriere della Sera, gli albi illustrati più noti e amati di Topipittori editore, in formato ridotto e copertina cartonata. Trovate qui l'elenco completo Biblioteca Topipittori in Edicola (La Gazzetta dello Sport) | PrimaEdicola.it. L'apparizione in edicola di una casa editrice innovativa e raffinata come Topipittori ha suscitato sui social, specie Facebook, un animato e preoccupato dibattito da parte di librerie - soprattutto, e a ragione, indipendenti - illustratori, scrittori e altri che a vario titolo si occupano in modo professionale dei libri per bambini e ragazzi. Dibattito che ha dato luogo anche a un chiarimento da parte dell'editore, che non è il primo ad andare in edicola con i suoi libri; lo hanno infatti preceduto, tra gli altri e se non ricordo male, EL/Einaudi Ragazzi, Babalibri, Gallucci, Il Battello a Vapore.

In Italia nel 2023 sono state censite dall'ALI 3.708 librerie indipendenti che occupano oltre undicimila addetti e che si attendono difficoltà sull'andamento della loro attività economica, anche se ricavi e occupazione finora hanno tenuto, specie per circa la metà delle librerie che distribuiscono anche libri scolastici. Un resoconto completo si legge qui Librerie indipendenti, i dati e le analisi dell’Osservatorio Ali | Confcommercio. Lungi da me intervenire sui temuti effetti economici negativi sulle librerie del portare in edicola i libri, specie gli illustrati, per bambini. Mi fido di quanto afferma chi in quel settore lavora e vi spende energie, passione, conoscenze.

Vorrei invece portare l'attenzione su un elemento diverso ed elementare che potrei riassumere in questa domanda: quanti piccoli lettori (potenziali) possono essere raggiunti dai bei libri di una libreria e quanti da una parte di quei libri se vanno in edicola? I dati relativi al 2022 ci dicono che le edicole in Italia sono circa 11.900 (Chiudono le edicole in Italia, ma il fenomeno interessa a qualcuno?). Molte di queste resistono ancora, a volte in simbiosi con cartolerie o tabaccherie, anche in piccoli o medi paesi. Paesi nei quali non vi sono librerie e talora nemmeno biblioteche pubbliche degne di questo nome e nei quali, a sorpresa ma nemmeno tanto, si ripropone l'antica contrapposizione tra città e campagna, che poi nel contemporaneo possiamo tradurre tra città e periferie (a vario titolo). Un contrasto non superato dagli estesi accessi ai social perché, come ci insegna la psicologia sociale, "si cerca ciò che si conosce".

I bambini dunque che vivono in questi sfortunati paesi (e non sono pochi) dai quali le librerie sono lontane come potranno scoprire libri, nuovi, belli diversi da quelli che capita di incontrare sugli scaffali di qualche supermercato? Come potranno esercitare quella curiosità che nei primi anni di vita c'è sempre avvicinando opere ben scritte e magnificamente illustrate? Ricordo diverse conversazioni con Roberto Denti, fondatore della Libreria dei Ragazzi di Milano, a proposito di una certa colonizzazione Disney dei classici della fiaba: alcuni bambini, per forza di cose, conoscevano solo il volto e il corpo del Pinocchio disneyano, per fare un solo esempio, venendo così deprivati, oltre che della libera e spontanea immaginazione individuale anche della completa formazione di un gusto estetico. Nacque così in biblioteca una mostra su tutti gli illustratori di Pinocchio, da Chiostri a Innocenti e Attilio. Per i più - anche adulti - fu una vera sorpresa.

Ma non divaghiamo. A me pare che trovare bei libri in edicola a un prezzo accessibile per i genitori sia una strada utile per non negare ai bambini delle "periferie" la possibilità di conoscere un ampio numero di testi, tante modalità di illustrare, diversi modi di raccontare. O vogliamo che i bambini dei paesi senza libreria, dei paesi con biblioteche zoppicanti, crescano come cittadini di serie B o C? Credo che nessuno lo voglia, perché questa penalizzazione degli attuali bambini che vivono nelle periferie di ogni tipo si potrà ripercuotere sul futuro loro e della società tutta: chi farà il libraio se non ha amato i bei libri da piccolo? chi farà l'editore se non ha conosciuto diversi editori e le loro vicende libresche? chi conoscerà da grande le gioie della lettura se non le ha sperimentate da piccolo vicino a casa?

A mio avviso, trovare in edicola libri belli, questi di adesso e quelli che li hanno preceduti, può essere una strada. Non la soluzione del problema delle diverse e variegate forme di deprivazione culturale esistenti, ma una strada per ampliare i punti di vista su editori autori illustratori contenuti, sì. Perché i bambini vanno in edicola a comperare le figurine, magari il giornale per il nonno, forse, come avviene nel mio paese, pure le caramelle o il quaderno dell'ultimo minuto.

L'alleanza attorno al libro, specie quello per l'infanzia, credo non si possa interrompere, né debba traballare mai, specie in un Paese come l'Italia, in cui il cittadino medio non è certo impegnato nella corsa alla lettura. Se è chiaro che editori, librai, edicolanti vengono sorretti da un legittimo e imprescindibile interesse economico - e non potrebbe essere diversamente altrimenti nessun libro sarebbe stampato, diffuso, venduto, letto e conosciuto - altre istituzioni come la scuola e le biblioteche possono diffondere la conoscenza dei libri e il piacere della lettura, ciascuno nel proprio ambito.

Se io fossi ancora la direttrice di una biblioteca con sezione ragazzi, ad ogni uscita in edicola di un'opera farei una vetrina intitolata "La settimana di..." e ci metterei di volta in volta i libri presenti sui miei scaffali, scritti o illustrati dall'autrice o dall'autore in edicola quella stessa settimana, dalla A alla Z, come Alemagna e Zoboli, giusto per riferirici al caso di cui qui scrivo. Lo stesso farei se fossi una libraia. Se il libro in edicola sarà piaciuto, qualcuno saprà così che ne esistono altri di quell'autrice, autore, illustratrice, illustratore, editrice ed editore. Forse verrà ad acquistarlo o a prenderlo in prestito. E per i paesi privi di libreria o di biblioteca da cui siamo partiti? Chissà!



sabato 4 gennaio 2025

La compagnia di Cinecittà, di Altea Villa

Cinecittà fu inaugurata nell'aprile del 1937. Solo sei anni dopo, nel 1943, fu occupata dai nazisti e colpita dai bombardamenti alleati. Metà dei teatri di posa furono distrutti. Quando un anno dopo, nell'ottobre 1944, l'area fu requisita dalle organizzazioni internazionali per gli aiuti ai rifugiati. in quel tempio del cinematografo e della creatività trovarono asilo alcune migliaia di rifugiati sia italiani che stranieri, tra i quali molte bambine e bambini. Le loro condizioni di vita erano difficili: il cibo scarseggiava, l'acqua pure, le condizioni igieniche erano precarie e le malattie diffuse. Altea Villa ambienta in questo scenario storico il suo romanzo narrandoci le vicende di un gruppetto di bambini che, pur nelle povere e precarie condizioni di vita del campo, scoprono le meraviglie della recitazione, del teatro e del cinema trasformandosi in attori, sceneggiatori e coreografi. Ines, Bambina, Ermete e Simone, ciascuno con il suo carico di dolore, scoprono le reciproche affinità, il valore della cooperazione e, soprattutto, "La tempesta" di Shakespeare, un'ancora di bellezza e di salvezza nella desolazione quotidiana.

Altea Villa, La compagnia di Cinecittà, Edizioni San Paolo 2024


giovedì 2 gennaio 2025

Il Natale di un bambino nel Galles, di Dylan Thomas

Dylan ormai adulto ricorda e racconta i Natali dell’infanzia che "si somigliano tutti e sono privi di suoni tranne le voci che a volte sento discutere un attimo prima di addormentarmi [...]. Tutti i Natali rotolano giù verso il mare dalle due lingue, come una luna fredda e impetuosa che si getta a capofitto dal cielo che era la nostra strada”. Subito entra in scena il protagonista, Dylan bambino, mentre se ne sta insieme al suo amico Jim nel giardino della mamma, la signora Prothero. Nevica e i due ragazzini aspettano che arrivino i gatti. Perché? Per bersagliarli di palle di neve. I gatti più sprovveduti si fanno avanti, quelli più saggi evitano di farsi vedere. A un certo punto, improvviso, si alza, forte e disperato, l’urlo della signora Prothero: al fuoco! Al fuoco! Dylan e Jim si precipitano in casa, le braccia cariche di palle di neve. La casa è piena di fumo, bisogna fare qualcosa e i due bambini lanciano tutti i loro gelidi proiettili contro quel fumo senza fuoco. Arrivano poi anche i pompieri a risolvere la situazione con gli idranti. Nessun altro di certo può aver avuto una vigilia di Natale così eccitante e rumorosa, pensa Dylan con soddisfazione. Anche se è sempre bello il Natale nel Galles: nevica fitto, le nevicate sono lunghe, la neve scende abbondante a incappucciare i campanili, “bianchi di neve e neri di pipistrelli”, le campane suonano e sembra che cantino con gioia. Accresce la gioia e l’atmosfera fiabesca l’arrivo dei regali, quelli utili - copriorecchie, sciarpe, berretti - e quelli inutili - pupazzetti, caramelle, paperelle, albi da colorare, soldatini di latta -. Insieme ai regali, poi, arrivavano stuoli di zii e di zie. Per festeggiare insieme "nella lunga notte che si faceva sempre più fonda".

Il Natale di un bambino nel Galles (A Child’s Christmas in Wales), breve, delizioso racconto, nacque come pezzo per la radio della BBC e oggi in rete se ne può ascoltare la lettura dalla viva voce di Dylan Thomas (registrazione del febbraio 1952, in lingua originale: A CHILD’S CHRISTMAS IN WALES read by Dylan Thomas, introduced by Billy Collins di Harper Audio Presents). Tornare ai ricordi d’infanzia - lo scrittore ne è certo - non è solo esercizio di memoria, non è nemmeno solo nostalgia, ma è un tuffo nel mito e, grazie al mito che colora quelle reminiscenze lontane, diviene un tuffo in una speciale, tutta individuale, forma di eternità. Semplice, se pur immaginoso e variegato, il linguaggio, veloce lo stile, lontano il tempo, infantile la visione del mondo, questo racconto è un dono di paesaggi e di avventura, di sensazioni e di sorrisi, di antiche e leggendarie presenze, di memoria condivisa tra umorismo e intensità di affetti nitidi e forti. E poi la neve, tanta neve che contribuisce a rendere più intensa l’atmosfera di quegli anni irripetibili e magici grazie anche alle storie incredibili narrate accanto al fuoco e grazie al canto e alla musica che a Natale non mancano mai. Le magistrali illustrazioni di Fabian Negrin, da quella che raffigura l’intensa battaglia con le palle di neve della copertina fino alla conclusiva, che ritrae la canora e un po’ brilla zia Hannah con “il cuore a Nido di Uccello”, sono perfettamente coerenti con la narrazione, tra realtà e fantasia. 

D. Thomas, Il Natale di un bambino nel Galles, Orecchio acerbo 2022,
Traduzione di Riccardo Duranti, illustrazioni di Fabian Negrin

domenica 22 dicembre 2024

Natale al museo delle cere, di Eleonora Bellini, in Le pagine del Natale 2024

“Le Pagine del Natale” è un'iniziativa organizzata dalla libreria editrice “L’ArgoLibro” di Agropoli e  da “Gli Occhi di Argo” e giunge quest'anno alla settima edizione. Molto ben curato, il libro che raccoglie i contributi selezionati offre al lettore un'antologia di poesie, filastrocche, saggi, racconti, riflessioni. 

Così lo presenta l'editore: "L’arte della parola scritta ci offre, in questa antologia, molteplici punti di vista per conoscere e vivere le festività natalizie al di là dei soliti luoghi comuni. Il Natale può essere una preziosa occasione di conoscenza reciproca, di condivisione, di autentica apertura all’altro".

Quanto a me, ho partecipato alla prima edizione con la filastrocca "Il gatto nel presepe" e quest'anno con il racconto "Natale al museo delle cere", del quale vi offro l'incipit qui di seguito.

Natale si avvicinava e Francesco e Margherita, figli del custode del museo delle cere di Cittagrande, avevano addobbato l'albero, fatto il presepe e radunato i libri di storie natalizie da leggere la sera. Ma non erano ancora soddisfatti, specialmente Margherita, che qualche giorno prima aveva rivolto ai familiari un'importante domanda, rimasta senza risposta:

"Le statue di cera del museo fanno festa a Natale?"

I genitori avevano sbuffato: "Sono statue. Non festeggiano".

Ma Francesco no. Francesco, il fratello maggiore, l'aveva considerata e le aveva risposto: "Forse festeggiano di notte quando nessuno le vede".

"Babbo Natale porta dei doni anche a loro?" aveva chiesto ancora la bambina.

"Non saprei".

"Secondo me Babbo Natale a loro non porta nulla solo perché non sa cosa vogliono".

[...]

Le pagine del Natale, L'Argolibro 2024