Dal 27
dicembre 2024 e per quaranta settimane sono in edicola, insieme alla
Gazzetta dello Sport e al Corriere della Sera, gli albi illustrati
più noti e amati di Topipittori editore, in formato ridotto e
copertina cartonata. Trovate qui l'elenco completo Biblioteca
Topipittori in Edicola (La Gazzetta dello Sport) | PrimaEdicola.it.
L'apparizione in edicola di una casa editrice innovativa e raffinata
come Topipittori ha suscitato sui social, specie Facebook, un animato
e preoccupato dibattito da parte di librerie - soprattutto, e a
ragione, indipendenti - illustratori, scrittori e altri che a vario
titolo si occupano in modo professionale dei libri per bambini e
ragazzi. Dibattito che ha dato luogo anche a un chiarimento da parte
dell'editore, che non è il primo ad andare in edicola con i suoi
libri; lo hanno infatti preceduto, tra gli altri e se non ricordo
male, EL/Einaudi Ragazzi, Babalibri, Gallucci, Il Battello a Vapore.
In Italia
nel 2023 sono state censite dall'ALI 3.708 librerie indipendenti che
occupano oltre undicimila addetti e che si attendono difficoltà
sull'andamento della loro attività economica, anche se ricavi e
occupazione finora hanno tenuto, specie per circa la metà delle
librerie che distribuiscono anche libri scolastici. Un resoconto
completo si legge qui Librerie
indipendenti, i dati e le analisi dell’Osservatorio Ali |
Confcommercio. Lungi da me intervenire sui temuti effetti
economici negativi sulle librerie del portare in edicola i libri,
specie gli illustrati, per bambini. Mi fido di quanto afferma chi in
quel settore lavora e vi spende energie, passione, conoscenze.
Vorrei
invece portare l'attenzione su un elemento diverso ed elementare che
potrei riassumere in questa domanda: quanti piccoli lettori
(potenziali) possono essere raggiunti dai bei libri di una libreria e
quanti da una parte di quei libri se vanno in edicola? I dati
relativi al 2022 ci dicono che le edicole in Italia sono circa 11.900
(Chiudono
le edicole in Italia, ma il fenomeno interessa a qualcuno?).
Molte di queste resistono ancora, a volte in simbiosi con cartolerie
o tabaccherie, anche in piccoli o medi paesi. Paesi nei quali non vi
sono librerie e talora nemmeno biblioteche pubbliche degne di questo
nome e nei quali, a sorpresa ma nemmeno tanto, si ripropone l'antica
contrapposizione tra città e campagna, che poi nel contemporaneo
possiamo tradurre tra città e periferie (a vario titolo). Un
contrasto non superato dagli estesi accessi ai social perché, come
ci insegna la psicologia sociale, "si cerca ciò che si
conosce".
I bambini
dunque che vivono in questi sfortunati paesi (e non sono pochi) dai
quali le librerie sono lontane come potranno scoprire libri, nuovi,
belli diversi da quelli che capita di incontrare sugli scaffali di
qualche supermercato? Come potranno esercitare quella curiosità che
nei primi anni di vita c'è sempre avvicinando opere ben scritte e
magnificamente illustrate? Ricordo diverse conversazioni con Roberto
Denti, fondatore della Libreria dei Ragazzi di Milano, a proposito di
una certa colonizzazione Disney dei classici della fiaba: alcuni
bambini, per forza di cose, conoscevano solo il volto e il corpo del
Pinocchio disneyano, per fare un solo esempio, venendo così
deprivati, oltre che della libera e spontanea immaginazione
individuale anche della completa formazione di un gusto estetico.
Nacque così in biblioteca una mostra su tutti gli illustratori di
Pinocchio, da Chiostri a Innocenti e Attilio. Per i più - anche
adulti - fu una vera sorpresa.
Ma non
divaghiamo. A me pare che trovare bei libri in edicola a un prezzo
accessibile per i genitori sia una strada utile per non negare ai
bambini delle "periferie" la possibilità di conoscere un
ampio numero di testi, tante modalità di illustrare, diversi modi di
raccontare. O vogliamo che i bambini dei paesi senza libreria, dei
paesi con biblioteche zoppicanti, crescano come cittadini di serie B
o C? Credo che nessuno lo voglia, perché questa penalizzazione degli
attuali bambini che vivono nelle periferie di ogni tipo si potrà
ripercuotere sul futuro loro e della società tutta: chi farà il
libraio se non ha amato i bei libri da piccolo? chi farà l'editore
se non ha conosciuto diversi editori e le loro vicende libresche? chi
conoscerà da grande le gioie della lettura se non le ha sperimentate
da piccolo vicino a casa?
A mio
avviso, trovare in edicola libri belli, questi di adesso e quelli che
li hanno preceduti, può essere una strada. Non la soluzione del
problema delle diverse e variegate forme di deprivazione culturale
esistenti, ma una strada per ampliare i punti di vista su editori
autori illustratori contenuti, sì. Perché i bambini vanno in
edicola a comperare le figurine, magari il giornale per il nonno,
forse, come avviene nel mio paese, pure le caramelle o il quaderno
dell'ultimo minuto.
L'alleanza
attorno al libro, specie quello per l'infanzia, credo non si possa
interrompere, né debba traballare mai, specie in un Paese come
l'Italia, in cui il cittadino medio non è certo impegnato nella
corsa alla lettura. Se è chiaro che editori, librai, edicolanti
vengono sorretti da un legittimo e imprescindibile interesse
economico - e non potrebbe essere diversamente altrimenti nessun
libro sarebbe stampato, diffuso, venduto, letto e conosciuto - altre
istituzioni come la scuola e le biblioteche possono diffondere la
conoscenza dei libri e il piacere della lettura, ciascuno nel proprio
ambito.
Se io fossi
ancora la direttrice di una biblioteca con sezione ragazzi, ad ogni
uscita in edicola di un'opera farei una vetrina intitolata "La
settimana di..." e ci metterei di volta in volta i libri
presenti sui miei scaffali, scritti o illustrati dall'autrice o
dall'autore in edicola quella stessa settimana, dalla A alla Z, come
Alemagna e Zoboli, giusto per riferirici al caso di cui qui scrivo.
Lo stesso farei se fossi una libraia. Se il libro in edicola sarà
piaciuto, qualcuno saprà così che ne esistono altri di
quell'autrice, autore, illustratrice, illustratore, editrice ed
editore. Forse verrà ad acquistarlo o a prenderlo in prestito. E per
i paesi privi di libreria o di biblioteca da cui siamo partiti?
Chissà!