Il cofanetto Antifascismo e Resistenza contiene otto volumi in brossura di diversi autori e su diversi argomenti, tutti relativi agli anni dell'antifascismo e poi della Resistenza.
Maurizio Milan si occupa, in Fuoco in pianura, delle azioni realizzate dalla IV Brigata Garibaldi, in Piemonte, dalla vita alla macchia fino alla liberazione di Torino. narrati da fu comandante di uno dei distaccamenti del battaglione Arditi che operavano in pianura. Isacco Nahoum, ex sottoufficiale di cavalleria, diede un valido contributo causa della Resistenza diventando uno dei più validi comandanti delle formazioni partigiane. Con il nome di Milan si distinse durante la Resistenza, portando a termine importanti operazioni.
Arturo Colombi in Nelle mani del nemico racconta la vita di un indomito gruppo di militanti comunisti, dei quali faceva parte, richiusi nelle prigioni fasciste: "... sapevamo che il fascismo, dopo aver soppresso con la violenza la libertà del popolo italiano, avrebbe portato il paese nell'avventura della guerra di aggressione. Ricordavamo la fiera risposta data da Gramsci ai giudici del Tribunale Speciale: Voi fascisti porterete l'Italia alla catastrofe, toccherà allora a noi comunisti salvare il nostro paese".
Aldo De Iaco narra le quattro giornate di Napoli, gloriosa città, che tra il 27 e il 30 settembre 1943 con una rivolta popolare si liberò dall'occupazione tedesca con le sole proprie forze, confermando ancora una volta le proprie virtù di "città che, tra le prime in Italia, nel 1799 levò dinanzi al mondo la bandiera della repubblica, della democrazia, della rivoluzione popolare per la libertà", come ebbe a dire Togliatti.
Giuliano Pajetta in Douce France riferisce, in forma di diario, le vicende del proprio esilio, tra il 1941 e il 1942: "le linee generali del mio lavoro mi appaiono ora più chiare. Noi ci battiamo per la pace, l'indipendenza e la libertà dei popoli; in Francia i nostri compagni resistono sia al saccheggio e alla prepotenza tedesca che ai tentativi di Vichy di instaurare un regime fascista".
Mario De Micheli ripercorre la vicende della Settima GAP bolognese, la cui storia scrisse "una delle più belle pagine del secondo Risorgimento d'Italia".
Guido Nozzoli in Quelli di Bulow narra le gesta della ventottesima brigata Garibaldi, che operò per venti mesi nel ravennate, ricordando le azioni lotta e guerriglia, ma anche "gli uomini, le donne, tutti i lavoratori che hanno aperto la loro casa ai partigiani, che li hanno nutriti e ospitati affrontando i rischi delle spietate rappresaglie nazi-fasciste".
Luciano Bergonzini conclude il suo Quelli che non si arresero, libro sulla storia della Trentaseiesima brigata garibaldi con l'affermazione dell' ideale "di una conquista serena della vita, della pace, del progresso ininterrotto e senza limiti per ogni individuo e per ogni società, della fratellanza e dell'amicizia fra tutti i popoli del mondo".
Robert Katz, studioso e giornalista americano, si interessò a lungo dell’occupazione nazista a Roma e del ruolo della Resistenza romana. Nel suo libro Morte a Roma. Il massacro delle fosse ardeatine esordisce partendo dall’evento che avrebbe scatenato l'orrenda rappresaglia nazista portando all’uccisione di 335 persone: l’attacco di via Rasella del 23 marzo 1944, un atto di guerriglia contro gli invasori tedeschi, il più importante mai realizzato contro le forze di occupazione. La rappresaglia decisa dai vertici del Reich fu terribile e ogni nazista ucciso costò la vita a dieci italiani (più 5 aggiunti per ignoti motivi), membri della Resistenza, comuni cittadini e perfino un prete e un ragazzino di 15 anni.
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Antifascismo e Resistenza, Editori Riuniti 1971 |