martedì 15 aprile 2025

Antifascismo e Resistenza

Il cofanetto Antifascismo e Resistenza contiene otto volumi in brossura di diversi autori e su diversi argomenti, tutti relativi agli anni dell'antifascismo e poi della Resistenza.

Maurizio Milan si occupa, in Fuoco in pianura, delle azioni realizzate dalla IV Brigata Garibaldi, in Piemonte, dalla vita alla macchia fino alla liberazione di Torino. narrati da fu comandante di uno dei distaccamenti del battaglione Arditi che operavano in pianura. Isacco Nahoum, ex sottoufficiale di cavalleria, diede un valido contributo causa della Resistenza diventando uno dei più validi comandanti delle formazioni partigiane. Con il nome di Milan si distinse durante la Resistenza, portando a termine importanti operazioni.

Arturo Colombi in Nelle mani del nemico racconta la vita di un indomito gruppo di militanti comunisti, dei quali faceva parte, richiusi nelle prigioni fasciste: "... sapevamo che il fascismo, dopo aver soppresso con la violenza la libertà del popolo italiano, avrebbe portato il paese nell'avventura della guerra di aggressione. Ricordavamo la fiera risposta data da Gramsci ai giudici del Tribunale Speciale: Voi fascisti porterete l'Italia alla catastrofe, toccherà allora a noi comunisti salvare il nostro paese".

Aldo De Iaco narra le quattro giornate di Napoli, gloriosa città, che tra il 27 e il 30 settembre 1943 con una rivolta popolare si liberò dall'occupazione tedesca con le sole proprie forze, confermando ancora una volta le proprie virtù di "città che, tra le prime in Italia, nel 1799 levò dinanzi al mondo la bandiera della repubblica, della democrazia, della rivoluzione popolare per la libertà", come ebbe a dire Togliatti.

Giuliano Pajetta in Douce France riferisce, in forma di diario, le vicende del proprio esilio, tra il 1941 e il 1942: "le linee generali del mio lavoro mi appaiono ora più chiare. Noi ci battiamo per la pace, l'indipendenza e la libertà dei popoli; in Francia i nostri compagni resistono sia al saccheggio e alla prepotenza tedesca che ai tentativi di Vichy di instaurare un regime fascista".

Mario De Micheli ripercorre la vicende della Settima GAP bolognese, la cui storia scrisse "una delle più belle pagine del secondo Risorgimento d'Italia".

Guido Nozzoli in Quelli di Bulow narra le gesta della ventottesima brigata Garibaldi, che operò per venti mesi nel ravennate, ricordando le azioni lotta e guerriglia, ma anche "gli uomini, le donne, tutti i lavoratori che hanno aperto la loro casa ai partigiani, che li hanno nutriti e ospitati affrontando i rischi delle spietate rappresaglie nazi-fasciste".

Luciano Bergonzini conclude il suo Quelli che non si arresero, libro sulla storia della Trentaseiesima brigata garibaldi con l'affermazione dell' ideale "di una conquista serena della vita, della pace, del progresso ininterrotto e senza limiti per ogni individuo e per ogni società, della fratellanza e dell'amicizia fra tutti i popoli del mondo".

Robert Katz, studioso e giornalista americano, si interessò a lungo dell’occupazione nazista a Roma e del ruolo della Resistenza romana. Nel suo libro Morte a Roma. Il massacro delle fosse ardeatine esordisce partendo dall’evento che avrebbe scatenato l'orrenda rappresaglia nazista portando all’uccisione di 335 persone: l’attacco di via Rasella del 23 marzo 1944, un atto di guerriglia contro gli invasori tedeschi, il più importante mai realizzato contro le forze di occupazione. La rappresaglia decisa dai vertici del Reich fu terribile e ogni nazista ucciso costò la vita a dieci italiani (più 5 aggiunti per ignoti motivi), membri della Resistenza, comuni cittadini e perfino un prete e un ragazzino di 15 anni.

Antifascismo e Resistenza, Editori Riuniti 1971


lunedì 14 aprile 2025

Scaffale locale 15. Achille Marazza. Il nostro difficile Novecento, di Virginia Carini Dainotti

 

Nell'ottantesimo anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo, alcune pubblicazioni tornano in mente, per diversi motivi, non ultimo la condivisione di memorie e di esperienze con autrici e autori. È questo il caso della biografia di Achille Marazza scritta da Virginia Carini Dainotti e pubblicata il 1° settembre 1987 dalla Fondazione Marazza di Borgomanero, a vent'anni dalla morte di Marazza e a quarantadue dalla Liberazione. Si tratterebbe, a pieno titolo, di un'opera di ampiezza nazionale e oltre, per altezza di ideali e per dignità di memoria, ma caso volle che Achille Marazza fosse nato a Borgomanero nel 1894, che a Borgomanero fosse legato anche attraverso la madre Delia Bonola e allo zio Giulio Bonola Lorella. Ma non solo: fu proprio al Comune di Borgomanero che Marazza donò il cospicuo patrimonio di famiglia, affinché, con lungimiranza e generosità, "la casa padronale venisse adibita a biblioteca pubblica e casa di cultura”. Assegnati i beni al Comune e istituita la Fondazione Biblioteca Pubblica e Casa della Cultura, quest'ultima ebbe come prima presidente Virginia Carini Dainotti, bibliotecaria e ispettrice generale delle biblioteche statali nonché ispiratrice e realizzatrice in Italia della Public Library, la biblioteca per tutti. Nessun campanilismo, né localismo dal miope sguardo, dunque, ma il riconoscimento di un'epoca e di un flusso ampio e vitale grazie ai quali ciò che avvenne in un borgo si inserì nell'ampio andare della storia, nel progredire della cultura, nella volontà e capacità di realizzarne la più ampia condivisione del sapere.

La biografia di Achille Marazza scritta da Virginia Carini Dainotti si propone di offrire il racconto di una "vita esemplare", come scrisse Sandro Pertini nella presentazione del libro, notando, anche che "è grande merito dell'autrice aver fatto rivivere il personaggio sullo sfondo della nostra storia, e non solo della storia della Resistenza; ma anche, e utilmente, di quei vent'anni che hanno visto la ricostruzione, la difficile pacificazione, la rinnovata dignità internazionale dell'Italia". Per questo il sottotitolo del volume inserisce la figura di Marazza nel "nostro difficile Novecento".

Il libro si compone di otto densi capitoli, corredati da un ampio apparato di note, particolarmente utili ai lettori per il reperimento delle fonti. In quegli anni, infatti, non era stato ancora completato l'inventario dell'Archivo Marazza, realizzato, non essendosi mai potuti reperire finanziamenti in loco, solo fra il 2012 e il 2015 grazie al finanziamento da parte del Master dei Talenti promosso dalla Fondazione Giovanni Goria di Asti.

I capitoli spaziano dalla partecipazione di Marazza alla prima guerra mondiale e alla sua iniziale opposizione al fascismo che andava prepotentemente e violentemente insediandosi; dalla "guerra fascista alla guerra di liberazione, alla Resistenza" e al famoso "incontro all'Arcivescovado; dall'attività di governo al lavoro in Parlamento, alla "missione triestina", alla partecipazione ad enti e istituti culturali.

Qui, data l'attuale ricorrenza, ci interessa ricordare il capitolo IV, "Nella Resistenza". Dopo una breve partecipazione alle azioni partigiane in Valle Vigezzo, Marazza, per motivi di salute, dovette lasciare la montagna e scendere a Milano, dove cominciò a intrattenere rapporti con altri "fuorilegge", antifascisti come lui. Di questa intensa attività molti elementi si intuiscono dalle lettere che Marazza scrive alla madre, rimasta nella villa di Borgomanero, e delle quali Carini dà conto. Segue la partecipazione al CLNAI per conto della Democrazia Cristiana, il racconto delle febbrili e intense riunioni in sedi sempre diverse. Fino al documento più importante, la memoria dell'incontro all'Arcivescovado di Milano per trattare la resa Mussolini, insieme a Lombardi e a Cadorna. La memoria, pubblicata integralmente da Carini (pp. 96-109), era già apparsa in un ormai rarissimo volume delle Edizioni Labor del 1965, "La Resistenza il Lombardia" a cura del Comitato per le celebrazioni del XX anniversario della Resistenza. Tra le carte di Marazza relative a questo momento figura anche una lettera di Leo Valiani, sempre del 1965, riportata integralmente in nota dall'autrice (pp. 110-111). In essa Valiani ringrazia Marazza per la sua testimonianza "veramente bellissima, la più obiettiva di tutte; la più disinteressata ed appunto perciò la più rispondente al giudizio che gli storici daranno delle nostre drammatiche vicende".

In questo anno anniversario, nelle contingenze amare e inquietanti che ci tocca di vivere, lo sguardo attento e veritiero della storia ci necessita e, a seguirlo con onestà, potrebbe perfino salvarci o indicarci il cammino. Chissà.

Il discorso di Marazza è qui di seguito nelle foto, così come le lettere di Pertini e Valiani.









Il saggio è presente nelle collezioni di sessantanove biblioteche italiane e potrebbe essere ancora reperibile per acquisti o scambi presso la Fondazione Marazza.

giovedì 10 aprile 2025

Antenati, di Giorgio Manzi

Giorgio Manzi, paleoantropologo, docente all’Università di Roma “Sapienza”, scienziato, editorialista e anche ottimo divulgatore scientifico offre qui ai lettori il racconto di un lontanissimo passato e dei suoi protagonisti. Ma lancia anche una sfida a noi contemporanei invitandoci, con lo studio del tempo profondo a conoscere meglio noi stessi. Scrive nell’introduzione: “È infatti nel tempo profondo che ritroviamo sia la nostra natura di esseri viventi sia il nostro posto nella Natura. È a partire da ossa fossili, manufatti in pietra, siti preistorici e dati molecolari che possiamo disegnare la genesi della nostra diversità biologica e culturale”. Le storie narrate in questo libro, il cui sottotitolo è, significativamente, Lucy e altri racconti dal tempo profondo, possono essere lette indipendentemente le une dalle altre, ma tutte sono legate da un ideale filo rosso che le unisce e le illumina. Interrogarsi e riflettere su persone ed eventi del passato remoto e remotissimo si rivela non essere solo un esercizio di approfondimento e di ricerca, ma una vera e propria strada per comprendere e affrontare anche il presente e l’immediato futuro.

G. Manzi, Antenati, Il Mulino 2024

Recensione integrale su Mangialibri: Antenati - Lucy e altri racconti dal tempo profondo | Mangialibri dal 2005 mai una dieta